Camorra: agguato per 'sgarro' a clan, 7 misure cautelari
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
NAPOLI, 4 FEBBRAIO - Sette misure cautelari in carcere per un omicidio avvenuto il 28 maggio 2004. Un racconto dettagliato dei pentiti che ha permesso di ricostruire passo dopo passo il movente che ha portato alla morte di Giuseppe Iacone, detto 'Peppe 'o furnaro', dopo un agguato nel centro di Portici, nel mercato della citta' alle falde del Vesuvio. Iacone doveva morire perche', secondo gli inquirenti, aveva fatto uno 'sgarro' nei traffici di sostanze stupefacenti: mancavano soldi nelle casse del clan e per questo andava punito. Gli agenti del commissariato di Portici hanno cosi' eseguito un'ordinanza dopo le indagini condotte dalla Dda di Napoli contro Pietro Vollaro, il fratello Giuseppe, Antonio Romagnoli, Antonio Froncillo, Ciro Nocerino, Giuseppe Toti e Mariano Donadona, tutti affiliati di spicco del clan Vollaro. Solo Donadona era libero, mentre gli altri erano detenuti perche' stanno scontando pene per reati di natura associativa. Il raid fu messo a segno in via Bellucci Sessa di Portici, tra la folla di persone che era al mercato. Sul posto arrivarono gli agenti proprio perche' era stata segnalata l'esplosione di colpi d'arma da fuoco. Nel centro della piazza della citta' c'erano Iacone e un ragazzo minorenne, anch'egli ferito, vittima estranea ai fatti, colpita solo di striscio. I due, soccorsi dal 118, furono trasportati all'ospedale Loreto Mare di Napoli ma Iacone, dopo oltre due ore di intervento chirurgico, mori' per la gravita' delle ferite riportate. Il ragazzino, invece, fu colpito a un fianco ma il proiettile non lesiono' organi vitali.