Cronaca

Caligiuri delinea la cultura del cibo rappresentato al Salone del Libro di Torino

CATANZARO, 17 MAGGIO 2013 - L’assessore Caligiuri spiega l’importanza dello stand delle eccellenze agroalimentari al Salone del Libro di Torino.

“La contaminazione dell’agroalimentare regionale con il mondo dell’editoria calabrese contemporanea, dei libri e codici antichi, dell’arte pittorica e orafa, delle ceramiche di Seminara – ha affermato l’assessore Mario Caligiuri in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta – va letta in un’ottica di pieno sostegno e condivisione degli sforzi che il tessuto produttivo calabrese sta compiendo per stare in linea con i profondi mutamenti che stanno investendo l’economia mondiale e nazionale.

Anche le culture calabresi del cibo e dell’agroalimentare di qualità al Salone del Libro di Torino, quindi, accanto alle numerose proposte librarie dedicate al tema, come nel caso della gastronomia tradizionale. Proprio ieri – ha osservato Caligiuri - le principali organizzazioni di categoria agricole hanno salutato con toni entusiastici i risultati sorprendenti che hanno caratterizzato l’export agroalimentare italiano nel primo trimestre 2013: +6,6 per cento mentre quasi tutti i comparti produttivi, anche del Made in Italy, hanno fatto registrare il segno negativo. Gli ultimi dati ufficiali Istat – hanno osservato Cia, Coldiretti e Confagricoltura – confermano un trend ormai consolidato e ci dicono che il principale messaggero nel mondo dello stile di vita italiano e delle sue innumerevoli culture è diventato il sistema agroalimentare. Le imprese agricole italiane, e quindi anche calabresi – ha detto Caligiuri richiamando ancora le dichiarazioni delle associazioni di categoria - stanno accentuando il processo di integrazione e di internazionalizzazione per compensare con l’export la flessione del mercato nazionale.

Ecco perché, in una kermesse di livello mondiale qual è il Salone del Libro di Torino, abbiamo pensato di dare spazio a un’articolata esposizione delle culture e delle eccellenze agroalimentari di Calabria. Ecco quindi che – ha precisato l’assessore regionale alla Cultura – le culture dei salumi, del caciocavallo e di altri formaggi, dei vini, dell’olio extravergine, dei fichi di Cosenza, del piccante, del tonno e del pesce azzurro, del bergamotto, del suino nero autoctono, dei liquori, delle conserve, della pasta e dei prodotti da forno hanno avuto l’occasione, in una vetrina certo non omnicomprensiva ma articolata, di essere apprezzati proprio per il fortissimo legame che hanno con una realtà territoriale che sin dai tempi del mitico Italo, e poi lungo circa tre millenni a partire dallo splendore della Magna Grecia, parla al mondo di cibi di qualità.

L’economia agroalimentare calabrese è più forte proprio se recupera al massimo il valore aggiunto di radici culturali profondissime, e se avrà sempre di più l’occasione di confrontarsi con realtà nazionali e internazionali.

Grandi scrittori calabresi quali Carmine Abate, Angela Bubba e Mimmo Gangemi si sono soffermati con particolare attenzione anche nella piccola area dedicata all’agroalimentare calabrese, “offrendo spunti di riflessione specifici - ha commentato Caligiuri - assai interessanti e di cui faremo senz’altro tesoro”.
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