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Calcio - Serie A: Crotone, uno stadio chiamato Desiderio

CROTONE, 09 SETTEMBRE 2016 - E' ormai ufficiale: anche per la seconda partita casalinga il Crotone, neo promosso in serie A, dovra' chiedere ospitalita' a Pescara e dopo aver rinunciato a debuttare nella massima serie fra i suoi beniamini, che da sempre agognavano questo storico traguardo, disputando la gara del 28 agosto scorso contro il Genoa nello stadio abrruzzese dovranno ora farvi necessariamente ritorno anche per il match contro il Palermo del 18 settembre. Entro quella data i lavori di ampliamento dello storico quanto vetusto stadio Ezio Scida non saranno ancora completati. [MORE]

Una storia tormentata quella dell'impianto che sorge nel centro della citta' di Pitagora e che sotto tribune, gradinate e spogliatoi nasconde proprio le antiche testimonianze dell'eta' magno-greca. Frettolosamente coperte gia' sedici ani fa, quando i rossoblu' conquistarono la prima promozione in serie B e si pose il problema di adeguare lo Scida alle prescrizioni imposte per poter disputare la serie cadetta, a cominciare dalla capienza che doveva essere aumentata. In quella occasione fu realizzata la curva nord per decisione dell'amministrazione comunale allore presieduta dal sindaco Pasquale Senatore con una colata di cemento poggiata sui reperti archeologici che suscito' le prime, inevitabili polemiche.

Le stesse riesplose in questi gioni con i nuovi lavori di adeguamento per portare l'impianto dagli attuali 9.500 posti a sedicimila previo ampliamento della curva sud e della tribuna coperta, realizzazione di sala stampa e spogliatoi. Lavori sui quali la Soprintendenza archeologica della Calabria ha dapprima apposto il veto per fare tuttavia marcia indietro allorquando il dirigente e' stato sostituito da uno nuovo. Lavori, ai quali si deve aggiungere il potenziamento dell'illuminazione e dei tornelli, che sono iniziati solo nei primi giorni di agosto dopo che per alcuni mesi il Comune, dove nel frattempo e' arrivato il sindaco Ugo Pugliese subentrato a Peppino Vallone, e la societa' calcistica presieduta da Raffaele Vrenna avevano valutato la possibilita' di lasciare invariato l'impianto usufruendo del cosiddetto lodo Trevisi che consente alle societa' neo promosse in serie di A di giocare per la prima stagione nello stesso stadio utilizzato per la serie minore. E questo proprio a causa dei tempi troppo stretti per completare i lavori in tempo utile per l'inizio del campionato.

Alla fine l'ha spuntata la societa' rossoblu determinata ad ampliare la tribuna coperta portandola ad una capienza complessiva di seimila posti con le conseguenze che pero' stanno provocando comprensibile malumore nella tifoseria crotonese: lo slittamento delle prime due gare casalinghe e forse anche della terza. Senza contare che tutte le opere in via di realizzazione - come ha prescritto espressamente la Soprintendenza archeologica regionale - dovranno essere smantellate fra tre anni. Fatale, pertanto, che sia tornata attuale l'ipotesi di realizzazioni di un nuovo stadio in una zona della citta' non interessata da reperti archeologici e peraltro non adiacente ad un ospedale come lo Scida. Ipotesi ventilata gia' nello scorso mese di gennaio allorquando la cavalcata dei rossoblu fece intravedere lo storico traguardo della promozione in serie A.

Lo stesso presidente Raffaele Vrenna all'epoca dichiaro' di avere un progetto gia' pronto. Che oggi, a distanza di sette mesi, forse avrebbe visto la luce ma che stranamente e' rimasro nel cassetto. Per i crotonesi, al momento, la serie A resta un sogno. (Agi)