Interviste

Calcio, Francesco Repice a InfoOggi: "Juventus favorita per lo scudetto, ma..."

BOLOGNA, 27 DICEMBRE 2013 – Voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” sulle frequenze di Radio Uno RAI, Francesco Repice è uno dei tanti radiocronisti che racconta con passione le vicende calcistiche del campionato italiano di Serie A, ma anche Champion’s League ed Europa League. Senza dimenticare le partite della nostra Nazionale italiana di calcio. Il collega della RAI, raggiunto da InfoOggi, c’ha concesso un’intervista in esclusiva.

La prima domanda che le faccio è: com’è cambiato il calcio negli ultimi 10 anni?

“Diciamo che è cambiato in base alle possibilità economiche dei club. Sono entrati nel mondo del calcio diversi personaggi a cui, fino a poco tempo fa, il calcio non interessava assolutamente. Ad esempio ricchissimi russi, ricchissimi arabi, che nel calcio hanno trovato evidentemente un bel passatempo, un bel modo per spendere i loro soldi. E dunque il calcio è cambiato di conseguenza, fatta eccezione per Barcellona, Real Madrid, le quali in qualche modo sono delle istituzioni, oppure il Bayern Monaco che è una macchina organizzativa perfetta. Credo che il calcio sia stato cambiato soprattutto da questi nuovi ricchi, che evidentemente sono riusciti a far cambiare i connotati a questo sport.”

Cosa manca oggi al calcio italiano, o diversamente, c’è stato qualche miglioramento?

“Sono cambiati diversi presidenti, come ad esempio due mecenati del pallone, e sto parlando di Moratti e Sensi. Proprio per questo Inter e Roma hanno intrapreso strade diverse, e indubbiamente saranno le due squadre che competeranno con le grandi del calcio mondiale che ho citato poco fa. Ad esempio se Erick Thohir deciderà di investire i suoi capitali nel mondo del calcio, per quanto riguarda l’Inter, indubbiamente i tifosi saranno contenti ma sinceramente questo non so se sia un miglioramento o meno. Ovviamente rispetto agli anni scorsi è cambiato molto il calcio italiano, e continuerà a cambiare.”

A proposito di tecnologia, cosa ne pensa lei dell’aumento di telecamere in merito alle decisioni arbitrali?

“Sono assolutamente contrario, per me l’arbitro in campo è come un giocatore. Così come i giocatori sbagliano i gol davanti alla porta, anche gli arbitri possono sbagliare. Bisogna accettare i loro errori come si accettano quelli dei giocatori e degli allenatori. L’arbitro è parte integrante dello show. C’è qualcosa che non va nel sistema, io sono convinto che gli arbitri debbano tornare a fare i dilettanti e cimentarsi in questo solo per passione. Gli errori, poi, sono parte integrante del mondo del calcio.”

Parlando di attualità, è degli ultimi giorni la notizia di un nuovo scandalo per quanto riguarda il calcioscommesse. Lei cosa ne pensa a riguardo? Poi le chiedo una sua personale opinione sulla persona di Rino Gattuso?

“Io faccio una professione di fede, nel senso che sono calabrese e Rino Gattuso, che conosco bene, nemmeno se lo vedessi con i miei occhi crederei a quello che è stato detto su di lui. Ovviamente nella vita tutto è possibile, e attendiamo che le indagini facciano il suo corso, ma io posso dire di fidarmi ciecamente di Rino Gattuso. Non so davvero cosa dire davanti ad uno scandalo di questa portata. Potrei dire ‘Mi arrendo’, ecco. Forse solo questo.”

Rimaniamo in tema di attualità. Parliamo del fenomeno “razzismo” negli stadi. Cosa ne pensa?

“Quando sento delle persone che si lamentano perché non possono andare allo stadio, pur avendo un abbonamento, posso affermare che si tratta di un’ingiustizia. Si tratta di una distorsione della norma che però contiene in sé un principio giusto. Che cos’è il razzismo se non ignoranza? Queste gente qui magari non sa di essere razzista, ma di fatti lo è. Perché se io per offendere una persona, chiunque essa sia, faccio riferimento al suo colore della pelle, vuol dire che sono un razzista. Non c’è niente da fare. Il significato delle parole è molto semplice. Mi dispiace tantissimo per le persone che debbono rinunciare a un loro sacrosanto diritto per colpa di pochi. Sono convinto che andando avanti con questo metodo, si faccia sì che queste cose non si debbano più sentire.”[MORE]

Parliamo di campionato. A oggi, è ancora la Juventus la squadra da battere in Serie A? E poi, attualmente chi è, per lei, il miglior allenatore in Serie A?

“Certamente. E’ la squadra che sta dimostrando di essere la più continua, e fino a questo momento è la più forte. Questo poi non vuol dire che vincerà il campionato per la terza volta consecutiva. Sarà un campionato appassionante, staremo a vedere. Per quanto riguarda il miglior allenatore in Serie A, per me è Vincenzo Montella.”

A proposito di Fiorentina, cosa manca a questa squadra per essere competitiva?

“A questa Fiorentina manca semplicemente Mario Gómez. Il quale potrebbe essere il ‘nuovo acquisto’ di gennaio. Tra l’altro è un ragazzo eccezionale, mi raccontano di un professionista esemplare, di una persona che ha fatto veramente grande gruppo con i nuovi compagni di squadra. Quindi credo che con lui, e magari l’acquisto di un difensore centrale che organizzi la manovra difensiva, la Fiorentina possa essere davvero competitiva.”

In qualche modo le rifaccio la domanda. Cosa manca, invece, alla Roma per essere competitiva?

“Posso dire che alla Roma non manca nulla. Anche se potrebbe aver bisogno di un esterno sinistro basso in grado di supplire alle mancanze di inesperienza da parte di Dodò. Ma io penso che alla fine la Roma abbia tutte le carte in regola per dire la sua quest’anno. Magari potrebbe superare sul filo di lana la Juventus, e oltretutto ha il giocatore italiano più forte di tutti i tempi, sto parlando di Francesco Totti, e quando gira lui le cose cambiano come per magia.”

Rimanendo sul capitano giallorosso, secondo lei se Totti venisse convocato da Prandelli per i Mondiali, la sua risposta sarebbe sì o no?

“Hai centrato il problema. Io credo che se la stagione di Totti continua così come è iniziata, non si può fare davvero a meno di convocarlo. Proprio perché è un giocatore che cambia le partite, e se permane questa condizione non si può non convocarlo. Io però credo che lui voglia preparare al meglio la possibile Champion’s dell’anno prossimo, anche perché disputare un Mondiale alla sua età vorrebbe dire compromettere in qualche modo la preparazione per la prossima stagione. Siccome conosco il suo attaccamento alla maglia, alla Roma, al club, ai tifosi, non sono convinto che lui risponderebbe di sì.”

A proposito di Champion’s League, il Milan è l’unica squadra italiana ad aver raggiunto gli ottavi. Secondo lei perché le squadre italiane, in Europa, non sono più quelle di una volta?

“Un po’ per i motivi che ho citato prima, ovvero diversi giocatori non sono più nei nostri club ma sono andati nei club dei nuovi ricchi. Poi bisogna sottolineare anche i regolamenti astrusi, che hanno sbarrato la strada sia alla Juventus che al Napoli. Ad esempio il Napoli ha abbandonato la competizione dopo aver conquistato ben 12 punti. Diciamo che ci sono alcune norme che andrebbero un po’ riviste.”

Rimanendo in tema europeo, abbiamo quattro squadre italiane in Europa League. Potremmo farci sentire in questa competizione?

“Si, credo che almeno Juventus, Napoli e Fiorentina possano dire la loro in questa competizione. Ho tenuto fuori la Lazio perché, almeno al momento, non sembra poter competere con le altre squadre. Il fatto che la finale si giochi a Torino credo significhi molto anche per Antonio Conte, oltre che per la squadra. Dunque credo che queste tre squadre possano davvero arrivare in fondo alla competizione”.

Nel ringraziarla per averci concesso quest’intervista esclusiva, e per averci dedicato un bel po’ del suo tempo, concludo chiedendole il nome di un giocatore, di un allenatore o di un presidente che l’ha di più impressionata in questi anni di carriera giornalistica.

“Forse la persona migliore che ho incontrato e che ho conosciuto nel mondo del calcio, il suo nome è Francesco Totti”.

Giovanni Cristiano