Calcio Femminile: il Presidente Cosimo Sibilia ecco la verità
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L'intervento di Cosimo Sibilia, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti
ROMA, 5 AGOSTO - In questi giorni sul tema del Calcio Femminile diversi interventi sono apparsi fondati su quella che, per usare una definizione comune, appare una vera e propria fake news. In primo luogo, bisogna sgombrare il campo dagli equivoci generati dalla falsa convinzione che l’assegnazione dei campionati di vertice ad una neo-istituita Divisione nell’ambito della FIGC avrebbe garantito il riconoscimento, per le calciatrici, della qualifica di professioniste. E che, pertanto, la permanenza in ambito della Lega Dilettanti abbia bloccato tale percorso. L’art. 2 della Legge 91/1981, infatti, assegna esclusivamente alle Federazioni Sportive il compito di attribuire la qualifica di “professionisti”. [MORE]
Dunque, se il Commissario Straordinario della FIGC, avesse voluto agire in tal senso, avrebbe potuto farlo tranquillamente, senza necessità di alcuna consultazione o autorizzazione. Ho più volte dichiarato, viceversa, che laddove fosse stata avanzata dall’Associazione Italiana Calciatori, nel prossimo Consiglio Federale, una proposta in tal senso, vi sarebbe stata la disponibilità della L.N.D a discutere della tematica. Se si tiene conto di tale fondamentale premessa, potrà forse comprendersi il motivo per il quale la LND è stata costretta ad impugnare la Delibera del Commissario Fabbricini.
L’articolo 9 dell’attuale Statuto della FIGC prevede esplicitamente che le società che si avvalgono esclusivamente delle prestazioni di atleti dilettanti e che disputano campionati dilettantistici fanno parte di un’associazione denominata “Lega Nazionale Dilettanti”. Dunque, sino a quando le calciatrici resteranno con la qualifica di dilettanti non potrà crearsi una forma di aggregazione diversa, a meno di non violare lo Statuto Federale. La L.N.D., come appare comprensibile, ha soltanto affrontato una questione che riguarda il rispetto delle regole, ed è pronta a farlo in tutte le sedi, anche al di fuori dell’ordinamento sportivo (TAR e Consiglio di Stato) se costretta a proseguire nel contenzioso, atteso che, almeno sino ad oggi, gli inviti formulati al Commissario per risolvere bonariamente la questione sono rimasti inascoltati.