Pubblica Istruzione
La Gelmini falsifica le statistiche. Voleva più studenti bocciati
ROMA, 4 OTTOBRE 2011 – Più che il governo dei fatti, sarebbe giusto chiamarlo dei numeri. Si, ma sbagliati. A suggellare la concretezza dell'operato di Palazzo Chigi ci pensa ancora una volta il ministro dell'Istruzione Pubblica Mariastella Gelmini. Dopo aver progettato il tunnel Cern-Gran Sasso, il ministro dal “pugno di ferro” ha creduto bene di falsificare le statistiche sul numero di studenti bocciati nelle scuole medie superiori. [MORE]
Pur di mantenere alta l'immagine di una scuola autoritaria e intransigente nei confronti degli studenti indisciplinati e scansafatiche, il MIUR ha fatto credere che ci fosse stato un aumento del numero di respinti rispetto agli anni passati.
Inutile a dirlo, il risultato prodotto da quest'ultimo goffo tentativo è stato pressocché simile all'effetto di un'aspirina su un malato terminale.
È già dal 2008 che sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione non compaiono più i risultati integrali degli scrutini, sostituiti da laconici comunicati stampa. L'ultima pubblicazione dettagliata sulle statistiche degli alunni bocciati risale infatti al luglio del 2007, quando Palazzo della Minerva era ancora sotto la guida di Giuseppe Fioroni.
A pochi mesi dall'insediamento della Gelmini spunta il primo indizio di incoerenza nella stesura delle statistiche. Secondo quanto comunicato dalla nota del Ministero, il “totale degli studenti non promossi per l'anno 2007-2008 si attesta al 16,2 per cento del totale, mentre nell'anno scolastico 2006-2007 i bocciati furono il 14,2 per cento”. Ci sarebbe stato dunque un aumento di 2 punti percentuali sul numero dei respinti rispetto all'anno precedente, se non fosse che la stima era stata alterata da un “refuso matematico”, senza il quale la percentuale esatta si attestava invece al 15,4 per cento del totale.
L'opera di mistificazione si protrae inosservata negli anni successivi in un susseguirsi di comunicati e note che diffondono percentuali inesatte sulla stima degli studenti bocciati, che nel 2009 si attesta al 13,9 per cento. In un comunicato del 12 Giugno 2010 si parla ancora di “incremento progressivo dei non ammessi. Rispetto all'11,7 per cento dei non ammessi alla classe successiva del precedente anno scolastico, quest'anno nelle stesse scuole la percentuale sale al 13,1 per cento”. Se non fosse che l'anno prima i dati segnalavano una stima del 13,6 per cento.
L'ultimo bollettino sulle statistiche degli alunni bocciati nell'anno scolastico 2010-2011 non sarebbe stato nemmeno pubblicato sul sito ministeriale, ma i dati che sono trapelati parlano dell'11,9 per cento di non promossi a Giugno. Quasi 2 punti percentuale in meno rispetto ai dati del 2007-2008. Un miglioramento nel rendimento degli studenti che va pericolosamente in conflitto con i risultati pronosticati dal ministro dell'Istruzione.
Il giudizio dei professori sugli studenti delle scuole superiori smentisce dunque i numeri magici della Gelmini, proprio lei che si era fatta portavoce di una politica di ritorno al passato con la reintroduzione del grembiule, della liberalizzazione delle bocciature anche nel ciclo di base, e del voto in condotta. L'unico ministro che credeva di migliorare la qualità e l'immagine della scuola italiana aumentando il numero dei bocciati invece che puntare sulla qualità della didattica. Lo stesso ministro che ha fatto della disciplina e del rigore il suo cavallo di battaglia. I medesimi principi, insomma, che troppo spesso non tiene in considerazione nel suo operato.
Riccardo Marcucci