Cultura e Spettacolo
In Calabria il mondo della cultura e dello spettacolo messo in ginocchio da un bando regionale
La cultura calabrese e il comparto degli spettacoli stanno vivendo una nuova stagione di crisi dopo la pandemia. Un nuovo periodo di sofferenza messo in luce nella conferenza stampa tenutasi oggi, negli uffici di AMA Calabria a Lamezia Terme, alla presenza di Francescantonio Pollice, direttore artistico di AMA Calabria, Ruggero Pegna, direttore artistico di ShowNet e Sergio Gimigliano, direttore artistico dell’Associazione Picanto, rispettivamente organizzatori di MusicAMA. Calabria, Fatti di Musica e Peperoncino Jazz Festival.
A fermare un mondo fin troppo falcidiato dalla pandemia è l’Avviso pubblico di selezione per l’attribuzione del Marchio regionale Grandi Eventi Calabresi e per la concessione di un sostegno economico annualità 2020, bandito lo scorso luglio dalla Regione Calabria. Quella che si preannuncia una appassionante telenovela rischia di diventare l’ennesima vicenda dai toni chiaroscuri che, dopo le tristi vicende riguardanti la Sanità, terrà banco nei prossimi mesi.
«La storia, iniziata lo scorso mese di luglio, avrebbe dovuto avere vita breve. La pubblicazione della graduatoria degli aventi diritto ai contributi regionali di supporto agli Eventi Storicizzati, prevista per fine agosto 2020, ha vissuto diversi rinvii per motivi incomprensibili. La graduatoria definitiva è stata resa nota solamente lo scorso 1 aprile, salvo essere variata in maniera definitiva il 28 maggio. In mezzo un mancato rispetto delle date di scadenza da parte dell’Amministrazione Regionale, che richiedeva ai partecipanti al bando che tutto venisse svolto entro il 31 dicembre 2020. A tutto questo bisogna aggiungere l’impossibilità di organizzare gli eventi per l’impedimento dettato dal DPCM, l’inspiegabile e ripetuto cambio delle commissioni giudicanti. Non ultimi gli assurdi ritardi nel rendere noto il nome dei beneficiari. Infine, da sottolineare la proroga concessa per bandi, addirittura, del 2019. Soluzione stranamente non considerata per quello del 2020». C’è amarezza nelle parole di Francescantonio Pollice il quale aggiunge che AMA Calabria e
Donne in Arte hanno fatto presentare all’Avv. Alfredo Gualtieri il ricorso al TAR, sezione di Catanzaro.
«L’atteggiamento di questa Commissione – ha dichiarato Ruggero Pegna – è sicuramente imbarazzante. La graduatoria è priva del giusto criterio oggettivo, essendo stati attribuiti dei punteggi in contrasto con la realtà di un settore importante come quello dello spettacolo. Non tenere conto delle storicizzazioni delle rassegne, conferite dalla Regione, o addirittura non esserne a conoscenza per manifesta superficialità professionale, è quanto di più incredibile sia potuto accadere. La Calabria ha delle eccellenze riconosciute a livello nazionale nel settore dello spettacolo, ma tutto questo non basta. Ognuno di noi si espone in prima persona trasmettendo una credibilità che ci permette di promuovere grandi eventi. Una immagine che non può che fare bene alla nostra terra».
Sulla stessa lunghezza d’onda Sergio Gimigliano: «Quello a cui stiamo assistendo è un procedimento opaco, se non buio. Ancora oggi la cultura viene vista come qualcosa di effimero, addirittura inutile. Questa è una cosa che ci fa male professionalmente. E’ impossibile che non venga riconosciuta la storicizzazione di festival che da anni sono presenti sul territorio. Quando ho iniziato 20 anni fa mi sono ispirato proprio a Ruggero Pegna che aveva già diversi anni di concerti organizzati e di successi ottenuti. Il contributo concesso è arrivato a 10 mesi di distanza, per esclusivo loro ritardo. Nonostante tutto è un diritto che ci è stato tolto. Impensabile che ognuno di noi avrebbe potuto organizzare una manifestazione entro il 31 dicembre 2020 senza conoscere l'esito dell’Avviso e con i divieti Covid e anticipando costi di seicentomila euro».
Un comparto, questo della cultura e dello spettacolo, sicuramente messo in ginocchio da questa vicenda. Ora servirebbe un maggiore buon senso. Solo così si eviterebbe che i ricorsi già avanzati e le battaglie legali dessero una immagine negativa della Calabria. Una regione che avrebbe necessità di allontanare sospetti e polemiche.