Societa'
Calabria. Fazzari: Bellezza, Turismo, Storia, Economia, Trasporti; tra Problemi e Opportunità
La Calabria In 46 foto: La Calabria tra meraviglie e problemi, uno sguardo a 360 gradi su questa misteriosa regione. Non è possibile sintetizzare tutte le realtà della Calabria in 46 foto. Ho fatto del mio meglio per fare un quadro generale, dividendo le foto in 9 blocchi tematici:
1) Montagne, fiumi, laghi e altre bellezze naturali;
2) Reperti storici unici e caratteristici a cavallo tra i millenni;
3) Il problema delle infrastrutture;
4) Spiagge e mari da sogno;
5) Parchi archeologici e antiche costruzioni dalla Magna Grecia al Medioevo;
6) 'Ndrangheta, effetti collaterali; tra uno Stato storicamente assente sul territorio e l'effetto Gratteri;
7) Chiese di diverse epoche e appartenenti a diversi culti;
8) Calabria, tra magia e poesia;
9) Territorio che vale oro: possibilità energetiche altissime e qualità agroalimentare tra eccellenze e rarità.
1) Nell'immaginario collettivo, se si pensa alle bellezze naturali della Calabria si pensa a spiagge e mare.
In questo primo blocco, di 7 foto, ho voluto cominciare da altre meraviglie naturali di cui questa regione abbonda.
- La prima foto è uno scorcio di Sila Piccola, in provincia di Catanzaro. Un pezzo di Paradiso che ancora resiste all'inquinamento del Pianeta, tanto che due scienziati hanno dimostrato nel 2018 che a Zagarise (Parco Nazionale della Sila) l'aria sia più pulita che nelle isole Salvbard (nel Mare Glaciale Artico). Un luogo meraviglioso di questa Sila è sicuramente Taverna, con il parco nazionale di Villaggio Mancuso.
- Le cascate nelle gole di Sersale (alcune raggiungibili solo tramite fuoristrada con visite guidate); per fare un bagno in acque gelate e cristalline, immersi nella natura incontaminata. Molto belle e caratteristiche anche le cascate di Bivongi nel reggino.
- Le piste innevate di Gambarie in Aspromonte (che ospita il secondo monolite più grande d'Europa: Pietra Cappa), dove si può sciare guardando il mare mentre si scende.
- Camigliatello, un altro Paradiso situato nella Sila Grande, in provincia di Cosenza.
- Le terme Luigiane di Guardia Piemontese (fu fondata nel dodicesimo secolo da rifugiati valdesi piemontesi).
- Il fiume Lao (Pollino), meta degli amanti del rafting, per vivere traversate avventurose. Natura selvaggia e spettacolare, così come le gole del Raganello, sempre nel Pollino.
- Il lago Ampollino, un lago artificiale della Sila creato nel 1927 e molto ambito dai campeggiatori, che bagna tutte e tre le provincie silane (Catanzaro, Crotone e Cosenza).
Trovarsi in questi luoghi vuol dire trovarsi in mezzo alla natura immacolata!
2) Nel secondo blocco vorrei riportare 5 opere, di diversi periodi storici, che rappresentano la straordinaria importanza che la Calabria ha avuto nella storia dell'umanità.
- I graffiti nella grotta del Romito risalgono a 9200 anni fa. Il riparo del Romito è un sito risalente al Paleolitico superiore contenente una delle più antiche testimonianze dell'arte preistorica in Italia (e una delle più importanti a livello europeo) situato nel comune di Papasidero, in provincia di Cosenza. L'importanza del sito di Papasidero a livello europeo è legata all'abbondanza di reperti paleolitici, che coprono un arco temporale compreso tra 23.000 e 10.000 anni fa.
- Il mosaico del drago di Kaulon, simbolo dei reperti emersi dagli scavi nell'area ribattezzata dagli archeologi Kauloniatide (per identificare la zona su cui si estendeva la polis). Caulonia, o Kaulon, fu una colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. Tutto il sito è di grande interesse per le testimonianze intatte del mondo della Magna Grecia.
- I bronzi di Riace sono forse uno dei simboli più famosi della Calabria. Sono due statue di bronzo di provenienza magnogreca databili al quinto secolo a.C. pervenute in eccezionale stato di conservazione; sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell'età classica.
- Il Codex Purpureus Rossanensis è un manoscritto greco del sesto secolo, conservato a Rossano (di cui furono originari alcuni dei dieci papi calabresi della storia) e contenente un evangeliario con testi di Matteo e Marco. Anche questo patrimonio dell'Unesco.
- Una statua di Pitagora. Egli fu uno dei più importanti e conosciuti filosofi dell'antichità, che in tutta la Magna Grecia scelse la Calabria, la città di Crotone, per edificare la sua scuola.
3) Questo blocco gira attorno ad un unico grande problema della Calabria: TRASPORTI E COMUNICAZIONI.
Un problema che in parte è dovuto anche alle amministrazioni locali, ma soprattutto al Governo centrale italiano (che di fatto ha tecnicamente la responsabilità di garantire questo servizio ai cittadini calabresi).
- La Salerno - Reggio Calabria, forse la peggiore autostrada di tutto lo Stivale. Questo è l'unico caso, dei tre riportati, in cui gran parte della colpa va all'amministrazione locale, nello specifico a Giacomo Mancini, che fu sindaco di Cosenza. Egli, nelle contrattazioni che vi furono ai tempi, riuscì ad ottenere che l'autostrada passasse da Cosenza, garantendo una crescita notevole per la città a danno di tutto il resto della Regione (e aggiungerei anche della Sicilia). Perché l'autostrada passasse da Cosenza, fu costruita tra le montagne, invece che sulla costa (dove per logica sarebbe dovuta sorgere). Il tratto cosentino (ma non solo) è caratterizzato da moltissime interruzioni e lavori in corso continui, che rallentano la scorrevolezza drammaticamente. L'immagine in questione rappresenta il ponte di San Fili (Cosenza), divenuto famigerato nel recente passato perché in pessime condizioni.
- La statale ionica 106 Taranto - Reggio Calabria. Unico collegamento praticabile per chi percorre la costa ionica, nella tratta calabrese è quasi interamente ad una corsia (rendendola pericolosissima per i sorpassi) e passa letteralmente dentro la maggior parte dei comuni della costa ionica (rendendone la percorrenza poco scorrevole e troppo lenta). Ricordiamo che la Lega Nord, durante il terzo governo Berlusconi, dirottò diversi miliardi di euro, destinati dal governo precedente per risolvere il problema della viabilità sulla costa ionica, per pagare i truffati delle quote latte agli allevatori del Nord. Ancora oggi, nel 2020, la situazione di questa superstrada è drammatica e necessita del celere intervento dello Stato.
- "Dulcis in fundo" le Ferrovie della Calabria. Premesso che ritengo che le ferrovie debbano essere di competenza del Governo centrale, affinché sia garante di un trasporto efficiente ed uguale in tutto il territorio. La situazione su tutte e due le tratte è veramente difficile, ma sulla costa ionica è veramente disastrosa (tra le tratte peggiori d'Italia se non la peggiore). Il numero dei treni sulla tratta ionica è prossimo all'inesistenza, arrecando gravissimi problemi ai cittadini, agli imprenditori e colpendo notevolmente la possibilità di turismo. A chi sostiene che il numero di treni sulla tratta è basso perché poche persone usano il treno sulla ionica, rispondo che non solo è un circolo vizioso (perché più non funziona il servizio e più le persone si abituano a praticare altre vie), ma che questa tesi non stia né in cielo e né in terra, poiché questo servizio deve essere garantito dallo Stato a prescindere (anche perché teoricamente sarebbe già stato pagato con le tasse dei cittadini calabresi). Un altro esempio assurdo è che Lamezia Terme (provincia di Catanzaro), dove è ubicato l'unico aeroporto internazionale della Calabria, sia collegata al capoluogo di regione (Catanzaro) con un trenino che impiega circa un'ora (mentre in macchina la tratta dura meno di trenta minuti). È ora che l'alta velocità arrivi anche in Calabria.
Ci aspettiamo che le forze politiche, locali e nazionali, facciano di tutto per portare la Calabria nell'Europa e nella modernità, intervenendo seriamente per risolvere questo problema paralizzante.
4) Questo blocco è direttamente collegato al precedente.
In Calabria ci sono delle località balneari tra le più belle del mondo, eppure nessuna ha ottenuto il massimo delle bandiere blu... Per quale motivo? Infrastrutture scadenti, collegamenti al limite dell'impraticabile.
Penso ad esempio al mare putrido che ho incontrato in alcune rinomate zone che pullulano di turismo balneare... poi penso ai paradisi balneari calabresi e, da calabrese che ama la propria terra, mi sale una rabbia nera.
Ho scelto una località simbolica per ognuna delle cinque province, ma sono veramente tante (e veramente belle).
- La prima in alto a sinistra è una foto dell'Arco Magno, nella spiaggia di San Nicola Arcella (provincia di Cosenza), mar Tirreno. Un posto meraviglioso tra Scalea e Praia a Mare, di fronte l'Isola di Dino. Un'area attrezzatissima e con acqua limpida e cristallina. Molto meritevole anche Diamante sul Tirreno cosentino, o Cariati e poi andando dalla Sibaritide fino a Roseto Capo Spulico, sul versante jonico.
- In alto a destra la spiaggia di Caminia (provincia di Catanzaro), mar Jonio. Questa è affettivamente la mia preferita, un piccolo paradiso che si trova su un pezzo di costa meraviglioso che va da Copanello (dove, raggiungibili soltanto in barca, ci sono le vasche naturali tra gli scogli, di Cassiodoro), passando per Pietra Grande e Montepaone, fino a Soverato.
- Nel centro della foto un tributo alla Costa degli Dei (provincia di Vibo Valentia), mar Tirreno. All'interno di questa tratta (tutta bellissima) ricordiamo Pizzo, Tropea, Briatico, Zambrone, Capo Vaticano...
- In basso a sinistra Scilla (provincia di Reggio Calabria), mar Tirreno. Comune molto caratteristico, costruito su un'altura che cola a picco nel mare, che presenta sul suo fianco una bellissima spiaggia. Non si può citarle tutte, sono troppe e troppo belle; ricordiamo anche Bagnara e Palmi sulla tirrenica reggina, o, sempre nel reggino, Africo, Roccella, Gioiosa e Bianco sulla costa jonica.
- In basso a destra Le Castella (provincia di Crotone), mar Ionio. Da Isola Capo Rizzuto fino a Cirò Marina, un altro pezzo di costa meraviglioso, con acque stupende.
Impossibile citare tutte le località balneari che meritano, posso solo consigliare, a chi può, di prendersi un paio di mesi liberi, per girare tutta la Calabria costiera sia jonica che tirrenica (è inutile che spendiate pacchi di soldi per andare fuori dall'Italia, quando avete dei paradisi a basso costo in casa).
5) Nel quinto blocco troviamo alcune chicche architettoniche, dei periodi temporali più disparati (tralasciando le chiese, a cui è stato dedicato un blocco a parte).
- A Cassano dello Ionio (provincia di Cosenza) troviamo gli scavi delle rovine di Sibari, una delle città più potenti e grandi della Magna Grecia. La ricchezza di questa polis era famosa in tutto il mondo allora conosciuto, toccò il suo apice fino ad essere poi distrutta in seguito alla guerra con Crotone.
Di rilievo nella provincia di Cosenza anche gli scavi archeologici di Paludi.
- Scolacium, è ubicata nel golfo di Squillace e sita in Borgia (provincia di Catanzaro), dove si trova il parco archeologico. Ha una storia millenaria attraverso greci, romani, bizantini, saraceni e normanni; l'una a fianco all'altra, si possono ammirare ancora oggi le tracce del susseguirsi di questi popoli (con costruzioni greche, romane e normanne l'una a fianco all'altra)
Di grandissimo rilievo, per le trecce del mondo greco in Calabria, anche il sito archeologico di Locri Epizefiri nel reggino.
- Pentadattilo (provincia di Reggio Calabria), una frazione di Melito Porto Salvo. Un borgo, oggi abbandonato, arroccato sulla rupe del Monte Calvario (dalla caratteristica forma di cinque dita, da cui etimologicamente deriva il nome greco: "pènta dàktylos"); fiorente centro economico nel periodo greco e strategico punto militare per i romani, cominciò il suo declino sotto i bizantini.
Sono quanto meno da citare Capo Colonna, dove ancora oggi ci sono i resti del tempio Licinio e che fu un luogo strategico per difendere il golfo di Taranto per i romani, e Petilia Policastro, che durante le guerre puniche resistette all'assedio di Annibale per ben 11 mesi (assedio che fu paragonato dagli storici del tempo a quello di Troia, i petilini restarono sempre fedeli ai romani e, soltanto alla fine, furono presi per fame per avere finito le scorte di cibo).
- La "piccola Matera calabrese": Zungri (provincia di Vibo Valentia). Un antico insediamento costruito nella pietra (probabilmente da monaci basiliani provenienti dall'Oriente, per fuggire dalle persecuzioni iconoclaste), che si fa strada tra le Grotte degli Sbariati, fino ad arrivare ad una piccola oasi naturale, una sorgente nascosta, immersa nel verde.
- I castelli calabresi angioini, aragonesi, normanni, svevi e feudali: castello di Santa Severina, castello di Belvedere Marittimo, castello di Gerace, Torre del Drogone a San Marco Argentano, castello di Crotone, castello di Reggio Calabria, castello di Pizzo Calabro, torre Pallotta del castello di Altomonte, castello di Castrovillari, castello di Corigliano, fortezza di Le Castella, castello di Cosenza, bastione dei cavalieri di Malta a Gizzeria, castello di Roseto Capo Spulico, castello di Roccella Ionica, castello di Squillace, castello di Stilo, Torre Melissa, castello di Vibo Valentia, torre di Capo Nao a Capo Colonna e la torre vecchia di Capo Rizzuto.
- Il sito di archeologia industriale a Mongiana (provincia Vibo Valentia), a circa 1000 metri di altezza. Il sito degli scavi è di circa 13.000 metri quadri; questa recente scoperta rappresenta la testimonianza del prestigio della regione calabrese durante il Regno borbonico, che rappresentava l'avanguardia delle innovazioni tecnologiche tra la fine del 1700 e la metà del 1800. Grazie all'abbondanza di materie prime (acqua, foreste e miniere di vari minerali) questo complesso industriale rappresentava il cuore del complesso industriale militare della casa borbonica e dava lavoro a migliaia di persone.
Molto significativo anche il parco archeologico industriale nella Valle dello Stilaro (provincia di Reggio Calabria), che dalle miniere di Pazzano scende a valle verso i mulini di Bivongi per arrivare, dopo un lungo cammino in mezzo al “Gran Bosco di Stilo”, alla Ferdinandea, la vasta isola amministrativa che Ferdinando II di Borbone scelse come sua dimora estiva. Questa fu sede della direzione delle regie ferriere e della fonderia costituenti grande fonte di reddito per tutta la zona.
6) Il sesto blocco potrebbe apparire strano nella scelta delle cinque immagini, ma partendo dall'ultimo punto del quinto blocco, l'excursus sarà chiaro.
Con l'avvento del regno d'Italia, la Calabria, dopo essere stata conquistata e depredata (processo avvenuto tramite atti cruenti e terribili verso la popolazione calabra; ricordiamo che per ogni soldato piemontese ucciso venivano uccisi 100 calabresi... i nazisti ne uccidevano "soltanto" 10 per ogni soldato ucciso) è stata progressivamente abbandonata a se stessa e trattata come colonia. Quasi nulla fu reinvestito nel territorio delle tasse che venivano prelevate (e il furto continua ad avvenire ancora oggi, legalizzato dalla legge Calderoli del 2005), facendo sì che la Calabria oggi sia una delle regioni più povere d'Europa.
Date queste premesse, andiamo ad analizzare le foto e cosa rappresentano.
- In alto a sinistra la Madonna del santuario di Polsi, in provincia di Reggio Calabria. Questo santuario pare essere la sede centrale della 'Ndrangheta, dove "La Mamma" prende le decisioni più importanti, durante i summit delle varie 'Ndrine presenti sul territorio. Storicamente tutte le colonie sono state controllate tramite una gestione militare diretta, o facendole gestire da criminali. Il mix della totale assenza del governo centrale, anche dopo essere passati dal regno alla repubblica Italiana, e la modalità di organizzazione molto raffinata di questa associazione mafiosa, ha fatto sì che la 'Ndrangheta sia sfuggita ormai ad ogni controllo e che oggi sia diventata una potenza (pare fatturi circa 55 miliardi di euro l'anno) che rappresenta un problema serio per tutta l'Italia e l'Europa (soprattutto con il traffico internazionale della droga, di cui detiene quasi il monopolio; il porto di Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria, sembra essere uno delle principali mete della cocaina dal Sud America). A livello locale, da questo problema, si arriva ad altri problemi in cui versa la Calabria, che seguono negli altri punti.
- Nella foto in basso a sinistra, un'immagine tratta da una delle tante inchieste televisive su alcune delle strutture sanitarie calabresi (la foto nella Locride, provincia di Reggio Calabria). Molte strutture pubbliche vertono in condizioni di abbandono e disagio, e a farne le spese sono i cittadini che si trovano tra due fuochi: da una parte quei pochi fondi che vengono destinati per la Sanità calabrese li fa sparire la 'Ndrangheta e dall'altra lo Stato centrale non se ne cura e abbandona al proprio destino i pazienti calabresi. Voglio comunque ricordare che esistono eccellenze tra le professionalità mediche calabresi (molti sono anche costretti ad emigrare per valorizzare la propria carriera, per fortuna molti rimangono a lavorare per il proprio territorio), purtroppo i problemi sono infrastrutturali, e sono dovuti alla porcheria della "Spesa storica", che in proporzione a parità di popolazione fa arrivare meno soldi al Sud (circa 61 miliardi di euro in meno di quanti spetterebbero ogni anno dal 2009), e alla 'Ndrangheta che in parte saccheggia le briciole che arrivano.
- Il parco eolico di Isola Capo Rizzuto, provincia di Crotone. Un altro business della 'Ndrangheta sono i fondi europei destinati per i vari progetti. Prendo questo ad esempio perché era stato confiscato, in quanto riconducibile alla cosca Arena, ma di fatto ne sono spuntati come funghi in diverse aree della Calabria. Per altro ci sono evidenze scientifiche dei danni che le turbine provocano all'ambiente, all'agricoltura e alla salute umana e della fauna locale.
- Altro aspetto da considerare è la mala-politica locale. Nella foto in basso a destra il depuratore di Catanzaro Lido, come simbolo di un problema per cui l'Italia, soprattutto a causa della Calabria, si trova sotto la lente d'ingrandimento dell'UE (degli 800 depuratori non a norma in Italia, ben 129 si trovano in Calabria), che minaccia sanzioni. La cattiva gestione del depuratore di Catanzaro è inoltre particolarmente inficiante per i cittadini del quartiere marino, a causa dei nauseabondi e forti "effluvi" che ne fuoriescono. Una situazione indecorosa per la dignità e la salute dei cittadini, nonché deplorevole per l'immagine del Capoluogo di Regione (essendo il depuratore situato a fianco della 106 e all'ingresso del territorio catanzarese; senza considerare che a pochi chilometri, a Germaneto, è ubicato il palazzo della regione) e dannosissima per gli imprenditori locali (specialmente nel periodo estivo).
- In mezzo a tutti questi problemi l'immagine del procuratore Gratteri. Il procuratore è diventato il simbolo per la Calabria che lotta e resiste, per tutti i calabresi che vogliono cambiare le cose. Senza scadere nell'idolatria (è una persona, che come tutti può sbagliare), la stima verso l'integrità di quest'uomo e l'ammirazione per il suo operato sono massime. Oggi molti calabresi cominciano ad avere fiducia e speranza nella possibilità di un futuro migliore. Ci dispiace solo constatare la poca vicinanza del sistema mediatico nazionale, che sembra non dare quasi risalto al suo lavoro (purtroppo "il medium è il messaggio", l'idea che filtra è ancora un apparato nazionale che isola chi vuole sconfiggere le mafie, confermando una triste considerazione di Sciascia "se lo Stato italiano volesse veramente sconfiggere la mafia, dovrebbe suicidarsi"). Noi siamo col procuratore Gratteri!
7) in questo blocco un tributo alle svariate e bellissime testimonianze architettoniche cristiane sul suolo calabro.
- La Certosa di Serra San Bruno, provincia di Vibo Valentia. Fondata da Bruno di Colonia, che fu papa con il nome di Urbano II e decise di finire i suoi giorni in questa terra, all'epoca sotto il dominio normanno.
- La cattedrale di Maria Santissima Achiropita a Rossano, in provincia di Cosenza, dove fu ritrovato il Codex Purpureus. Molto bella e caratteristica a Rossano è anche l'abbazia di Santa Maria del Patire.
- L'abbazia Florense a San Giovanni in Fiore, provincia di Cosenza. È uno dei più grandi edifici religiosi della Calabria, considerato tra i più importanti della provincia di Cosenza, assieme al Santuario di San Francesco di Paola.
- La cattedrale di Gerace, provincia di Reggio Calabria, che contempera caratteri greci e latini, fu costruita su avanzi di una preesistente struttura sacra dedicata all’Aghìa Kyriakì (Santa Ciriaca). L’edificio di stile bizantino romanico normanno, è la più grande chiesa romanica dell’Italia Meridionale.
- La Cattolica di Stilo è una piccola e caratteristica chiesa bizantina a pianta centrale di forma quadrata, e si trova alle falde del monte Consolino in provincia di Reggio Calabria.
- la chiesa di San Pietro a Cerchiara, immersa nel Pollino, in stile rinascimentale.
- la misteriosa Chiesa di Sant'Adriano a San Demetrio Corone, comunità Arbëreshë in provincia di Cosenza. Un piccolo borgo che sorge sulle colline dalla pianura di Sibari a ridosso della Sila Greca.
- L'Eparchia di Lungro, provincia di Cosenza, sede della Chiesa bizantina cattolica in Italia di rito orientale (ortodosso).
- Il duomo di Cosenza, patrimonio dell'Unesco.
Per chiudere il quadro delle tracce di multiculturalità religiosa nella Calabria, ricordiamo i grecani di Bova, provincia di Reggio Calabria.
8) Nell'ottavo blocco arriviamo al metaforico, fino al poetico.
- la prima immagine è il ponte di Catanzaro. L'attuale capoluogo di regione fu costruito sulla collina per poter prevenire gli attacchi dei saraceni. Questo ponte (che è il terzo in tutta Europa per altezza e il primo in Italia per luce, altezza e lunghezza) unisce due parti della città separate. Io ho sempre visto la Calabria come un ponte che unisce il passato al presente.
- Proseguendo nel viaggio metaforico osserviamo un altro simbolo del Capoluogo, la fontana monumentale de il Cavatore. Ed è proprio la metafora calzante di colui il quale si accinge a "scavare la roccia" per scoprire i tesori millenari della Calabria.
- Un'immagine di un vico nel centro storico di Cosenza (la città dei Bruzi). Un centro storico molto bello e pittoresco, che prendiamo come simbolo di tutti i centri storici bellissimi e caratteristici di tutti i borghi dei comuni calabresi (non si possono citare tutti).
- In fine arriviamo al simbolo della bellezza, che il famoso poeta Gabriele D'Annunzio ribattezzò "Il chilometro più bello d'Italia", il lungomare di Reggio Calabria, con lo stretto di Messina e la Sicilia sullo sfondo.
9) Nell'ultimo blocco ricordiamo che questa terra non è fantastica soltanto per i panorami meravigliosi e la variegata ricchezza di storia, ma anche per i frutti che offre e per le infinite possibilità, che sarebbero da sfruttare, a livello energetico.
In una della due immagini abbiamo il pregiatissimo bergamotto che cresce bene soltanto a Reggio Calabria, come simbolo di rarità.
L'altra un richiamo all'olio, che nel 2018 è stato votato come il migliore del mondo (chiunque nella vita dovrebbe provare almeno una volta il verdone calabrese), e al peperoncino, come simbolo della cucina tradizionale calabrese che è molto piccante (a Diamante ogni anno si svolge una bella manifestazione, dove il peperoncino migliore viene premiato con un premio in denaro).
Credo che sia inutile ricordare l'abbondanza e il valore della rinomata cucina calabrese. Ce n'è per tutti i gusti!
Per gli onnivori, prodotti tipici come:
Butirro, caciocavallo silano, 'nduja, pecorino di Monte Poro o del Pollino, ricotta affumicata di Crotone, morzedhu di Catanzaro, sardella di Crucoli, caprino dell'Aspromonte, sozizzi, suppressata, giuncata di Sibari, pesce stocco di Mammola, musulupa di Reggio Calabria, provola silana, capocollo, suino nero calabrese... ed è veramente impossibile citare tutto.
Ovviamente per i vegani, con un'ampia varietà di frutta, verdura e cereali di qualità eccelsa, grazie alle condizioni climatiche ideali:
Patate, castagne e porcini della Sila; cipolle rosse di Tropea; riso e clementine della piana di Sibari; pomodori di Belmonte; tartufo di Pizzo; cedro di Santa Maria del Cedro; liquirizia di Rossano; limoni di Rocca imperiale; l'annona di Reggio; fragole di Acconia di Curinga; prugne di Terranova; aglio di Papaglionti; melone giallo e fichi di Cosenza; fagioli di Carìa di Drapia, arance di Villa San Giuseppe; melanzana rossa si Rotonda; peperoni e ciliegie di Roseto Capo Spulico; fagiolini poveri e lenticchie di Mormanno; farine di Cerchiara; fave di Riace; pane di Cutro, Platì e Mangone; i cacumbari (in italiano corbezzoli); carruba; peroncini, kiwi, asparagi e carciofini selvatici calabresi.
Dolci tipici: torroni, murineddi, susumelle, pignolata, scalille, nepitelle, pittapie, turdilli, mostaccioli, cuddureddi, e tanti altri...
I caffè di altissima qualità come il Mauro reggino e il Guglielmo catanzarese (da cui nasce la gustosissima bevanda gassata al caffè Brasilena).
Per gli amanti degli alcolici abbiamo il Jefferson, miglior liquore del mondo nel 2019, il Kaciuto di Bova, L'amaro del Capo, l'amaro Eremita di Carlopoli e l'amaro silano.
I vini delle cantine di Cirò, lo Zibibbo di Francavilla, le cantine di Castrovillari e del Pollino, etc... (Sono tante le varietà calabresi di altissimo livello).
Queste condizioni ambientali e climatiche potrebbero benedire i cittadini non soltanto con prodotti agroalimentari di prima qualità, ma anche consentendo la produzione di energia rinnovabile in quantità industriale...
Auspichiamo che il governo nazionale e regionale inizino a collaborare realmente ed avviino presto progetti per produrre energia solare, dalle onde del mare, geotermica ed eolica (sostenibile, ad esempio incentivando impianti di micro-elico combinati al fotovoltaico su tutte le abitazioni calabresi... e non quei giganteschi parchi eolici che distruggono le biodiversità).
Segnaliamo come pionieristica in Calabria la cooperativa Fattoria della Piana, per l'attuazione di un sistema, a ciclo continuo e impatto zero sul territorio, che permette di creare energia dalle biomasse.
La terra calabra offre delle ricchezze enormi, auspichiamo che vengano usate, al massimo e con criterio fondato sull'ecosostenibilità, per migliorare la vita dei cittadini calabresi e di tutto il sistema Italia (che per altro prende il nome etimologicamente proprio dalla Calabria; che venga da "Terra dei vitelli" situata tra Squillace e Santa Eufemia, o dal re Italo degli enotri, che aveva il suo regno proprio in Calabria).
Eduardo Fazzari