Calabria, danno erariale di 35 milioni per appalto rifiuti
Cronaca Calabria Catanzaro

Calabria, danno erariale di 35 milioni per appalto rifiuti

venerdì 3 gennaio, 2025

Rifiuti in Calabria: contestato un danno erariale di 35 milioni di euro


Corte dei Conti: sotto accusa un avvocato e un dirigente regionale


La Procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria ha contestato un danno erariale di oltre 35 milioni di euro, legato all’appalto del 2000 per la costruzione di un termovalorizzatore e di diversi centri di stoccaggio del sistema integrato di smaltimento rifiuti “Calabria Nord”. L’opera, mai avviata, è stata al centro di un lungo contenzioso che ha aggravato il bilancio pubblico regionale.


Il caso: un’opera mai realizzata


L’appalto, assegnato dal Commissario straordinario di Governo per l’emergenza rifiuti in Calabria, non è mai stato portato a compimento a causa di un contenzioso con la società aggiudicataria. Secondo quanto ricostruito dalle indagini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, la controversia ha inizialmente visto la condanna dell’Ufficio commissariale al pagamento di una somma significativa. Tuttavia, la pronuncia presentava gravi criticità, successivamente evidenziate dalla Corte d’Appello di Roma che aveva disposto la sospensione del lodo arbitrale.


Mancanza di azione tempestiva: l’origine del danno


Nonostante la sospensione favorevole all’amministrazione pubblica, il giudizio è stato definitivamente compromesso per la mancata riassunzione tempestiva del procedimento. Questo errore ha causato l’estinzione del ricorso in appello e il passaggio in giudicato del lodo arbitrale, già ritenuto illecito dal giudice di secondo grado.


La successione della Regione Calabria al Commissario straordinario di Governo, avvenuta durante la cessazione della gestione commissariale, è stata gestita in maniera "gravemente negligente", come sottolineato dalla Procura regionale.


Responsabilità amministrative e accuse


La Procura calabrese, guidata dal Procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma e dal sostituto Gianpiero Madeo, ha individuato responsabilità precise nell’avvocato incaricato della difesa erariale e nel dirigente regionale preposto. Secondo una nota ufficiale, entrambi avrebbero agito in un contesto di "inefficienza e disorganizzazione" della macchina amministrativa regionale.


I due dovranno rispondere, ciascuno per il 50% del danno complessivo, stimato in circa 40 milioni di euro, derivante dalla mancata possibilità di riformare la pronuncia arbitrale sfavorevole alla Regione Calabria.


Un sistema inefficiente sotto accusa


L’indagine mette in luce una situazione critica nella gestione amministrativa regionale, descritta dalla Procura come "desolante". L’episodio evidenzia i costi economici e reputazionali di una gestione inefficace e disorganizzata, richiamando l’urgenza di interventi strutturali per evitare il ripetersi di simili episodi.


Conclusioni


Il caso rappresenta un ennesimo capitolo nella complessa storia della gestione dei rifiuti in Calabria, segnando un grave colpo per le casse pubbliche. La vicenda solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni di tutelare l’interesse pubblico in contesti critici e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e responsabilità amministrativa.


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