Estero
Brexit, May respinge le linee guida dell'Ue sul recesso
LONDRA, 30 APRLE - La premier britannica, Theresa May, ha respinto alcune delle principali richieste Ue sull’uscita del Regno Unito, definendole soltanto posizioni negoziali dei 27, poche ore dopo l'approvazione all'unanimità delle linee guida citate dall’ex articolo 50 per la trattativa dell'uscita del Regno Unito dall'Unione.[MORE]
L’articolo sulla clausola di recesso presente nel TFUE presenta le seguenti linee guida:
“L'articolo 50 del trattato sull'Unione europea prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall'Unione europea (UE).
Il paese dell'UE che decide di recedere, deve notificare tale intenzione al Consiglio europeo, il quale presenta i suoi orientamenti per la conclusione di un accordo volto a definire le modalità del recesso di tale paese.
Tale accordo è concluso a nome dell'Unione europea (UE) dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.
I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine.
Qualsiasi Stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, presentando una nuova procedura di adesione.”
Le priorità della premier britannica sono il libero mercato senza dazi, fine della giurisdizione delle Corti europee e fine della libera circolazione dei migranti, come illustrato nel suo discorso alla Lancaster House a gennaio. "E' importante che intorno al tavolo si sieda un forte premier del Regno Unito - ha sotttolineato May, in campagna elettorale in vista delle politiche dell'8 giugno - con un forte mandato da parte del popolo del Regno Unito, un fatto che rafforzerà la nostra posizione negoziale per garantire che otterremo il migliore accordo possibile".
D’altra parte, la posizione di Bruxelles rispetto alla Brexit è chiara, l’uscità del Regno Unito dall’Ue avrà un costo sono arrivati messaggi chiari alla Gran Bretagna, perché c'è un "conto da pagare", come ha avvertito il presidente francese Francois Hollande. Al momento non ci sono cifre ufficiali, ma secondo alcuni calcoli circolati ammonterebbe a 60miliardi di euro, anche se fonti diplomatiche non escludono che la somma finale possa essere anche più alta.
Maria Azzarello
credit foto: Londra Da Vivere