Estero
Brexit, lungo negoziato per l'uscita. Juncker reclama lettera di divorzio prima di ottobre
LONDRA - La Gran Bretagna si schiera per l’uscita dall’Unione europea. L’opzione ‘leave’ è stata preferita dal 51.9% degli elettori inglesi, i cui voti traccerebbero una spaccatura all’interno dell’isola d’oltremanica: pare che il cattivo tempo del 23 giugno non abbia fatto uscire gli indecisi e i pigri, tra cui molti socialisti che forse, se si fossero recati alle urne, avrebbero fatto ribaltare l’esito del referendum.[MORE]
Ad ogni modo, ciò che rimane è la bufera post Brexit, con una sterlina ai minimi storici sul dollaro, le cui fluttuazioni andranno negli archivi come le più forti di sempre, e lo sconcerto generale degli immigrati in Inghilterra che si apprestano a rispettare nuove clausole burocratiche quali il possesso del visto per chi volesse mantenere un lavoro.
Si prospetta un futuro complicato non solo per chi si trova già in Inghilterra e magari gode della doppia cittadinanza, britannica oltre che italiana, come consentito dalla legge, ma anche per chi volesse emigrare nel Regno Unito; tanti ragazzi italiani ad esempio non potranno più recarsi a Londra, trovare una sistemazione provvisoria e mettersi a cercare un lavoro.
Il lavoro bisognerà cercarlo e ottenerlo prima di partire. In questo scenario i vertici dell'Unione preparano le mosse per gestire una situazione difficile per il futuro del continente. I capi della diplomazia dei sei paesi fondatori dell'Ue - oltre all'Italia, Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio - si ritroveranno nella giornata del 25 giugno a Berlino per discutere delle conseguenze del referendum britannico.
Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, puntualizza: "L'uscita del Regno Unito dalla Ue non avverrà come un divorzio consensuale". "Dopotutto - ha aggiunto - non è stata neppure una grande relazione amorosa. Non capisco perchè il governo britannico abbia bisogno di aspettare sino ad ottobre per decidere se inviare o no la lettera di divorzio a Bruxelles, vorrei riceverla subito".
Il premier David Cameron, dopo aver annunciato le sue dimissioni, ha infatti chiarito che non sarà lui ad avviare la causa di divorzio, ma che il compito spetterà al prossimo premier, presumibilmente dopo l'estate. Stando all’articolo 50 del Trattato di Lisbona del 2009, che stabilisce le procedure per l'uscita di un Paese dall'Unione, "qualunque stato membro può decidere di ritirarsi dall'Unione nel rispetto delle proprie norme costituzionali" e preparare la procedura per farlo.
Una procedura di addio lunga e complessa, mai applicata finora, che porterà Bruxelles e Londra a costruire un nuovo rapporto su basi completamente diverse. Il compiuto recesso dell’Inghilterra dall’Ue avverrà quando tutti gli obblighi contrattuali saranno sciolti, stando alle norme europee tra due anni, ma il negoziato per definire un nuovo rapporto tra Bruxelles e Londra indipendente potrebbe durare molto di più.
Luna Isabella
(foto da politicalgambler.com)