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"Breve storia del resto del mondo" secondo Pietro Ruffo
CATANIA – Nelle sale di Palazzo Valle, capolavoro del barocco catanese nonché sede della Fondazione Puglisi Cosentino, va in scena la personale dell’artista romano Pietro Ruffo (classe 1978), Breve storia del resto del mondo – fino al prossimo 10 luglio.[MORE]
«Breve storia del resto del mondo – ha osservato la curatrice Laura Barreca – è un’antologia di opere dedicate ai grandi temi sociali, un viaggio che attraversa i principi universali di tolleranza e democrazia, l’idea di progresso di una civiltà, le forme di colonizzazione, i processi di emancipazione culturale, sociale, religiosa da cui scaturiscono antichi e irrisolti conflitti tra i popoli».
Il raffinato excursus promosso dalla Fondazione Puglisi Cosentino, con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, attraverso lavori datati fra il 2005 e il 2016 ripercorre la ricerca di un artista che non ancora negli “anta” ha già esposto in diverse latitudini e incassato importanti riconoscimenti come il Premio Cairo (nel 2009) e il Premio New York (nel 2010-2011). Un talento singolare quello di Pietro Ruffo, in parte dovuto alla sua formazione di architetto.
Dal colonialismo alla primavera araba, la ricostruzione dei conflitti e delle pagine più drammatiche della storia recente rivive riflessa nelle trasformazioni geopolitiche in chiave artistica: in mostra, la serie Arab Spring, gli Atlanti del mondo, il ciclo di ritratti I sei traditori della libertà (ovvero, i filosofi Rousseau, Fichte, De Maistre, Helvetius, Saint Simon, Hegel), Liberty House, ispirata ai versi de Il profeta di Khalil Gibran, e ancora, un biplano di legno e carta in scala 1:1, SPADSVII.
Particolarmente suggestiva l’opera The colours of cultural maps, realizzata su commissione di Luciano Benetton per il progetto Imago Mundi, attraverso la quale «l’artista – spiega la curatrice Barreca – rimodula il proprio metodo di ricerca e le sue suggestioni innestando nuovi ambiti semantici, quali l’antropologia e la psicologia del colore. Questo globo circolare rappresenta infatti alcuni dei principali caratteri dei popoli del mondo, delle tradizioni culturali tipiche di ogni etnia attraverso l’uso di parole e di colori. Così le preferenze personali, le esperienze, l’educazione, le differenze culturali o religiose, il contesto sociale, gli stati d’animo sollecitano attribuzioni cromatiche diverse in ogni popolo. La nuova carta del mondo è un manifesto a colori, eccezionale strumento di conoscenza della psicologia umana».
Libellule intagliate a mano, nella visione di Ruffo elette a simbolo del concetto di libertà, si librano fra cartografie, installazioni e sculture di carta, insieme alle riflessioni desunte dai drammi dell’attualità, come nel caso dell'immigrazione, cui è dedicata l’opera di chiusura del percorso espositivo Madri del Mar di Sicilia, un wall paper site-specific in omaggio al coraggio delle madri che approdano sulle nostre coste con neonati in braccio o con il dono di una nuova vita nel grembo, speranza di un altro futuro possibile.
Domenico Carelli
(Foto, courtesy Ufficio Stampa Melamedia)