Cronaca
Brescia, legale di Bossetti chiede una nuova perizia sul Dna
BRESCIA, 6 LUGLIO - Massimo Bossetti, il muratore condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Yara Gambirasio, torna in aula davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Brescia.[MORE]
Oggi al processo d’appello è stata la volta della difesa che porterà prove a discolpa per ottenere l’assoluzione del proprio assistito, per l’omicidio della tredicenne scomparsa a Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010. Ad assistere all’udienza, nell’aula del tribunale, ci sono anche la moglie del carpentiere di Mapello, Marita Comi, la madre Ester Arzuffi e la sorella Laura Bossetti.
Prima della parola ai difensori, ha terminato il suo intervento l’avvocato Andrea Pezzotta, legale dei genitori di ragazza. Yara Gambirasio «era la bambina più solare del mondo e poteva suscitare solamente sentimenti di tenerezza, ma questo in una persona normale, a nessuno in quest’aula, tranne che ad uno, potevano venire in mente vedendola pensieri sessuali», il legale nel chiedere la conferma della condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti.
La difesa di Bossetti ha poi esposto le proprie motivazioni per sostenere l’innocenza di Bossetti davanti ai giudici d’appello. In primo luogo mettono in dubbio la veridicità del Dna, risultato compatibile a quello di Bossetti sono in 71 casi su 101: «Facciamole queste perizie e andiamo a vedere se quel Dna è davvero il suo o se, come crediamo noi, non è il suo», ha detto ai giudici l’avvocato Claudio Salvagni, aggiungendo che il computer di Bossetti sequestrato e analizzato «non è quello di un pedofilo come dovrebbe sapere chi si occupa di casi del genere».
Maria Azzarello
credit foto: Blasting News