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Brasile, la Corte suprema conferma l'arresto di Lula

BRASILIA, 05 APRILE – Il Supremo Tribunal Federal (STF) ha respinto la richiesta di Habeas Corpus avanzata da Luiz Inácio Lula da Silva, 72 anni. La richiesta preventiva di libertà provvisoria – incarnata da un procedimento giudiziario tipico della common law – è stata negata al candidato presidente di sinistra, molto amato dai brasiliani e favorito nelle elezioni che si terranno a ottobre. [MORE]

La sessione del Tribunale si è svolta sul filo del rasoio, durando oltre dieci ore, fin quando la magistrata Rosa Weber ha espresso il proprio voto, decisivo per arrivare a una maggioranza. Con sei voti a sfavore della richiesta dei legali di Lula e cinque a favore, l’ex presidente brasiliano dovrà scontare la sua pena in carcere, probabilmente a partire dal 10 aprile. In questa maniera, le sorti delle future elezioni resteranno avvolte dall’incertezza.

La pena, passata da 9 a 12 anni, è stata comminata a seguito di un’accusa di corruzione passiva e riciclaggio di denaro. Secondo gli inquirenti, l’ex presidente ed ex sindacalista avrebbe accettato un attico di lusso sul lungomare da parte della società di costruzioni OAS in cambio di favori per l’aggiudicazione di appalti pubblici.

I legali di Lula possono ancora appellarsi a un ricordo al Tribunale federale della IV regione, appellandosi ad alcuni aspetti giuridici legati alla motivazione della sentenza. In sostanza, però, la pena non dovrebbe cambiare di molto. L’unico punto ancora poco chiaro è legato all’articolo 5 del paragrafo LVII della Costituzione, per cui nessun imputato può essere considerato colpevole solo fino alla sentenza definitiva. In questo modo non è chiaro che debba scontare o meno la pena in carcere.

[Foto: O Globo Blogs]

Velia Alvich