Cronaca
“Indignazione popolare” per la sanità calabrese. Stamani è partito il sit-in di protesta (VIDEO)
BOVALINO (RC), 14 NOV - “Il vero cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”, così ebbe a dire Paolo Borsellino qualche tempo prima di essere ucciso, ma stavolta, in periodo di piena pandemia, il vero cambiamento si fa nelle piazze con la gente che è ormai esasperata da una situazione economica sempre più difficile e drammatica e una situazione sanitaria -quella calabrese- messa a nudo proprio in questi giorni dai media. Sanità che ha, evidentemente, suscitato nell’animo dei calabresi soltanto tanta rabbia e indignazione al punto di farli scendere ovunque in piazza.
Per manifestare lo sdegno stavolta si sono mobilitati in tanti: cittadini, commercianti, imprenditori, professionisti e anche tantissimi amministratori locali, tant’è che il giorno 19 novembre si sono dati appuntamento tutti a Roma (sono oltre 400 i Sindaci che hanno dato l’adesione) davanti a Palazzo Chigi, sede del Governo, per lanciare forte il grido di sofferenza che sta vivendo in questo momento la sanità calabrese, reduce da ben undici anni di commissariamento che hanno provocato solo un enorme buco economico di oltre cento milioni di euro. Il fatto grave è che la musica non cambia, infatti, nonostante ciò, si persevera ancora –da parte del Governo- con il commissariamento e con le nomine calate dall’alto, come se in Calabria non ci fossero manager all’altezza di gestire e risollevare le sorti dell’ambito sanitario regionale.
Come dicevamo le manifestazioni sono proliferate in questi giorni in quasi tutte le province calabresi: Reggio, Cosenza, Rossano, Scalea, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Soverato, Crotone, Bovalino ecc…L’iniziativa è stata impostata dal gruppo denominato “Dignità Calabria”, una vera officina di idee e propositi che vogliono chiedere a gran voce il riscatto della Calabria a partire proprio dalla “dignità” nella sanità e nel lavoro.
Stamani, anche Bovalino ha dato il suo contributo, allestendo in Piazza Camillo Costanzo un Gazebo attrezzato con striscione e manifesti, al suo interno: Maurizio Viccari, Antonella Muscatello, Nicodemo Ferraro, Ivan Meleca ed altri attivisti che hanno spiegato alla gente le motivazioni della protesta. Anche alcuni dirigenti della società sportiva Bovalino calcio a 5 (serie A2), guidata dal Presidente Vincenzo Scordino, hanno fatto sentire la loro vicinanza alla manifestazione. Nel contempo, in un raccoglitore, sono state depositate le prime schede elettorali che saranno successivamente consegnate alle Autorità preposte; alcune schede sono state depositate da persone residenti in paesi limitrofi. Queste le parole di Antonella Muscatello: “Quello che ci accomuna tutti quanti è il fatto di avere le idee chiare e di non volerci assolutamente fermare nella nostra forma pacifica di chiedere ad alta voce la restituzione della nostra dignità. Ora basta, d’ora in poi non saremo più merce di scambio e non saremo, come lo siamo stati per tanto tempo, purtroppo, zitti! La vicenda del Commissario Cotticelli ci ha fatto capire in che mani siamo stati affidati in tutti questi anni e quindi ora è giunto il momento di cambiare musica. Oltre alla sanità chiediamo, ovviamente, anche di essere messi in condizione di poter lavorare per mandare avanti le nostre famiglie, proprio per questo, sin dall’inizio della zona rossa, abbiamo deciso tutti insieme di rimanere aperti perché non ci possiamo permettere un’altra lunga chiusura che porterebbe senz’altro alla morte di tantissime attività economiche”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maurizio Viccari: “La nostra più che una manifestazione è una vera “Indignazione popolare”, perché la gente ormai è proprio stanca ed esausta di tutte queste false promesse, ed è stanca anche di assistere ai fatti deplorevoli che stanno accadendo in seno alla sanità calabrese con i continui commissariamenti. In proposito, cè anche da dire che la Regione ha le sue colpe, e non sono certamente poche. Per esempio, solo un paio di giorni fa, il Presidente f.f. Antonino Spirlì, ha fatto attivare circa 250 posti letti negli ospedali della regione, ma di questi nella locride non se n'è visto nemmeno uno; come d'altronde non si capisce perché un sito come l’ospedale di Siderno, abbandonato da anni come una cattedrale nel deserto ospitando soltanto uffici, non viene utilizzato per l’esigenza Covid-19, eppure di soldi pubblici su quel sito ne sono stati spesi parecchi. Viviamo purtroppo in una situazione di precarietà assoluta in ogni ambito, anche in quello sanitario, noi vorremmo che i nostri medici che spesso sono delle vere e proprie eccellenze, ed i nostri infermieri, rimangano in Calabria e non siano costretti ad emigrare altrove, solo così si può combattere anche la piaga del lavoro e contribuire a risollevare le sorti della nostra amata regione”
Pasquale Rosaci