Economia

Borse europee aprono in calo. Lo spettro del debito greco spaventa i mercati

MILANO, 3 OTTOBRE 2011- Trentamila statali licenziati, salari tagliati del 20 per cento per i dipendenti della Pubblica amministrazione, disordini tra la popolazione e traguardi di bilanci ancora remoti: un impietoso quanto mai realistico ritratto della Grecia oggi, che spaventa i mercati europei e mondiali, facendo aprire le borse in netto calo, e rimandando ancora a data da destinarsi la speranza per la fine di una crisi che sembra oramai interminabile.[MORE]

La buona notizia, per il governo di Atene, è che l'accordo con la "troika" c'è: la triade Bce, Ue e Fmi, ha dato il via libera al pacchetto che prevede i lincenziamenti massivi e i tagli selvaggi ai salari, misure necessarie per ottenere la sesta tranche di aiuti, senza la quale la Grecia si sarebbe ritrovata già ad ottobre a non poter pagare gli stipendi.

La manovra sarà discussa oggi in Parlamento, e già si teme l'esplodere di nuove manifestazioni da parte di una popolazione oramai stremata da una recessione che i bilanci del Consiglio dei Ministri confermano ancora più grave del previsto.

I traguardi pianificati sono più lontani che mai, pensare di raggiungerli è ora come ora una prospettiva non realistica; pesa la mancanza di riforme strutturali, la crisi econmica internazionale, e la paura di una rivolta sociale, che impedisce di prendere risoluzioni ancora più drastiche.

La reazione delle Borse, per il momento, sembra confermare aspettative piuttosto pessimistiche riguardo la situazione greca; dopo che il Paese ha praticamento ammesso che non potrà rispettare i bilanci previsti per i prossimi due anni, le aperture hanno registrato cali notevoli in tutta Europa.

Male Miano, che apre a -2,37 per cento, e dopo pochi minuti, perde ancora ulteriori punti, per approdare a un -2, 45; in negativo anche Londra, Parigi, Francoforte,Lisbona, Bruxelles e persino Zurigo.

In caduta libera le banche, tra i settori più colpiti; Intesa San Paolo lascia sul terreno il 4,12 per cento, Unicredit il 3, 18, Banco Popolare il 2, 4; ma i nostri istituti si trovano oggi in buona compagnia, con Bnp Paribas, Société Générale e Crédit Agricole che a Parigi perdono più del sei per cento, e le tedesche Deutsche Bank e Commerzbank, le più esposte verso il debito pubblico greco, che si assestano su perdite di oltre 7 punti percentuali.

Simona Peluso