Economia
Borsa: tutto avviene in 11 secondi, l'uomo non c'entra più
Non è una notizia fresca, molti giornali made in Usa, tra cui il New York Times, l’hanno riportata già da un po’ di giorni, ma in Italia non ha avuto grossa risonanza, tranne in alcuni forum dedicati all’economia e alla finanza e qualche radio che citava i suddetti siti.
11 secondi per guadagnare cifre da capogiro, 11 secondi per tenere le redini della finanza, di Wall Street. Tanto è il tempo che trascorre dall’acquisto di un titolo in borsa alla sua vendita.[MORE] Secondo le statistiche il 70% dei titoli a Wall Street vengono detenuti in media 11 secondi.
Il tutto avviene non ad opera di uomini rapidissimi, ma di calcolatori e sistemi di trading con i loro algoritmi che immettono nel mercato una enorme quantità di ordini di acquisti e vendita di titoli, puntando tutto su piccolissimi movimenti dei titoli, piccoli spread che però vanno moltiplicati per miliardi di volte. Un mercato quindi non reale, non umano, tutto computerizzato con ordini e cancellazioni di ordini che si susseguono ogni decimo di secondo.
A confermalo è un esperto del campo, il fondatore di Tradebot, azienda leader del cosidetto high frequency trading, che con i propri sistemi non ha chiuso, in 4 anni, una giornata in negativo.
Niente è più legato alla domanda e all’offerta del mercato, poco valgono i cosiddetti fondamentali, cioè i numeri reali della società di cui si acquista il titolo, la sua bontà, la sua capacità di generare profitti per gli azionisti. Inutile prevederne il giusto prezzo allora.
Stride la notizia dopo e durante una crisi economica di proporzioni mondiali. Crisi provocata dalla finanza troppo “avanzata”, dalla corsa a generare profitti sui profitti e non dall’economia reale.
Che senso ha investire in borsa per il piccolo risparmiatore? Come si deve sentire una persona che ha perso il lavoro per la crisi provocata dalla finanza sapendo che gran parte del sistema finanziario è governato da computer?
Cosa ci garantisce dallo scoppio di nuove bolle finanziarie?
Domande alle quali non vorrebbe rispondere adesso Obama, specie dopo la sconfitta elettorale, che a suo tempo ha deciso di salvare le banche americane e ha promesso un cambio di rotta.