CATANZARO, 17 DICEMBRE 2015 - 8 anni e 6 mesi a Luciano Lo Giudice, fratello del boss pentito Nino, e 5 anni e 8 mesi a Antonio Cortese. E’ questa la sentenza dei giudici del tribunale di Catanzaro per gli attentati dinamitardi del 2010 contro la Procura generale di Reggio Calabria e l'abitazione del Pg Salvatore Di Landro nonchè per l'intimidazione all'ex procuratore, ora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone. Assoluzione invece per Vincenzo Puntorieri. Il Pm, Domenico Guarascio, aveva chiesto condanne tra 10 a 8 anni. [MORE]
Per Lo Giudice l’accusa è di essere il mandante delle bombe esplose la notte del 3 gennaio 2010, all’ingresso della Procura generale di Reggio Calabria, e del 26 agosto dello stesso anno quando un ordigno è stato piazzato davanti alla porta dell’abitazione del magistratoSalvatore Di Landro.
Antonio Cortese, invece, per gli inquirenti, è responsabile di aver piazzato gli ordigni e di aver abbandonato un bazooka a poche centinaia di metri dal Cedir, sede della Direzione distrettuale antimafia all’epoca guidata dal procuratore Giuseppe Pignatone.
Vincenzo Puntorieri, che era accusato di aver aiutato Cortese a piazzare gli ordigni davanti la procura generale e all’abitazione del pg Di Landro, è stato invece assolto dal Tribunale di Catanzaro. Durante la requisitoria, il pm Domenico Guarascio nei suoi confronti aveva chiesto una condanna a 6 anni di carcere.
«È una sentenza che rende giustizia a un uomo che si è fatto tre anni di carcere da innocente», ha affermato il suo avvocato Rosario Errante.
Al contrario, l’avvocato Aldo Casalinuovo, difensore del boss Luciano Lo Giudice, ha annunciato già l’appello «contro una sentenza basata su un quadro probatorio debole. Siamo convinti che in secondo grado sarà dimostrata l’insussistenza della tesi d’accusa».
[foto: ilfattoquotidiano.it]
Antonella Sica
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