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BOLOGNA, 12 febbraio - Le prime reali controversie al " Decreto Sicurezza" di Salvini arrivano dal comune di Bologna. Una sorta di patto 'salva-migranti' è stato firmato nel Bolognese tra i sindaci dell'Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia, (un territorio di circa 120mila persone) e le unioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Una collaborazione finalizzata alla costituzione di un albo per l'iscrizione anagrafica di tutti i richiedenti asilo, la possibilità, per quest'ultimi, di accedere a corsi di formazione professionali e l'apertura di un conto corrente personale con la sola garanzia del permesso di soggiorno.
Questa iniziativa prende vita grazie ad un contesto solidale nel quale l'amministrazione bolognese si sta immergendo con il progetto "rete delle città solidali" dove il primo cittadino Virginio Merola (PD) ha deciso di aderire all’iniziativa extra-confini di Open Arms, che vede coinvolti anche i Sindaci di Napoli Luigi de Magistris, di Palermo Leoluca Orlando, di Siracusa Francesco Italia, di Latina Damiano Coletta e l’assessore alle Politiche sociali di Milano Piefrancesco Majorino, insieme alla compagine spagnola rappresentata dalla sindaca di Barcellona Ada Colau, quella di Madrid Manuela Carmena e il primo cittadino di Saragozza Pedro Santisteve.
Un'alleanza siglata ieri in un albergo romano con le rappresentanze di Sea Watch, Proactiva Open Arms e Mediterranea per fermare l’involuzione dei principi fondativi dell'Europa con il sapore della sfida verso la politica della chiusura dei porti in special modo nei confronti del Ministro dell'Interno nostrano. "Sarà un lavoro di lungo periodo, che ha bisogno dell’adesione di tanti sindaci per fare sentire la nostra voce in Europa - dichiara Merola - perché l’Europa è il nostro obiettivo ma è un obiettivo che va raggiunto cambiando l’indirizzo europeo che oggi, su queste questioni, è troppo lontano dalla vita quotidiana dei cittadini". Un’alleanza che vuole traguardare le elezioni Europee - aggiunge - perché quando i nostri cittadini scopriranno di essere più insicuri quando si vedranno gli effetti del decreto Sicurezza, che abbandona queste persone nelle nostre città senza assistenza".
La rete solidale parte da un appello che la Ong Open Arms fa sentire dopo le scelte drammatiche da parte di tutti i Paesi dell’Unione europea, che hanno portato alla chiusura delle frontiere e dei porti nonché ad un'inverosimile prova di forza tra Stati per la condivisione di responsabilità e la redistribuzione a terra delle persone salvate, facendo diventare il Mediterraneo una fossa comune per migliaia di persone. Merola e gli altri sindaci sperano che molti altri colleghi aderiscano per intensificare la rete solidale, perché solo così l’alleanza potrà assumere un ruolo di primo piano nella sfida alle forze sovraniste e far sentire la propria voce nell'UE con proposte concrete.
Laura Fantini
fonte immagine occhidellaguerra.it