Cronaca
Bologna, senegalese arrestato per maltrattamenti si toglie la vita in questura
BOLOGNA, 24 SETTEMBRE - Ha approfittato dell’assenza del piantone, si è sfilato la maglia e, con un lembo, si è impiccato alla rete metallica che copre le sbarre della cella. È morto così, in questura a Bologna, un senegalese di 39 anni, che era stato arrestato venerdì per maltrattamenti alla moglie e resistenza a pubblico ufficiale. Si trovava in attesa del giudizio direttissimo ed era irregolare in Italia e con diversi precedenti. [MORE]
“Una donna ha contattato la centrale operativa riferendo che il proprio compagno, un cittadino del Senegal in evidente stato di ebbrezza, stava distruggendo alcuni mobili all’interno della propria abitazione, dove si trovava con il loro figlio, un bambino di due anni. L’uomo l’aveva minacciata con un coltello da cucina”. Questa la ricostruzione dei fatti diffusa in una nota ufficiale dalla questura, che racconta anche dell’estrema difficoltà degli agenti nel fermare l’uomo, che aveva opposto “strenua resistenza”. Il Pm di turno, informato dell’arresto per maltrattamenti e resistenza a pubblico ufficiale, aveva disposto la temporanea permanenza dell’uomo nelle celle di sicurezza della questura, in attesa del giudizio direttissimo.
La nota prosegue: “Lo straniero è stato collocato quindi all’interno della cella di sicurezza, adottando le previste procedure al fine di evitare atti di autolesionismo. Poco più tardi, gli operatori si sono accorti che lo stesso era in piedi, spalle alla grata e non sembrava muoversi. Immediatamente è stato allertato altro personale, che ha verificato che l’arrestato, utilizzando la propria maglietta, si era impiccato. Subito sono state messe in atto le operazioni necessarie a rianimarlo, chiedendo l’intervento di personale del 118 che, giunto sul posto, ne ha constatato il decesso”.
Nel pomeriggio di ieri, il pm Gabriella Tavano ha deciso che non sarà effettuata l’autopsia . Il pm ha disposto l’invio della salma al Dos (Deposito osservazione salme), per la trattazione in via amministrativa. Secondo quanto si apprende, si ritiene sufficiente l’esame fatto durante il sopralluogo da parte del medico legale Emanuela Segreto, che avrebbe confermato l'impiccagione come causa della morte, con una maglietta appesa alla grata della camera di sicurezza. Non ci sarebbero quindi neppure dubbi di altro tipo sulla dinamica: un gesto volontario.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilrestodelcarlino.it