Bologna, sciopero Usb: 300 in corteo per il pubblico impiego
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BOLOGNA, 19 GIUGNO 2014 - Questa mattina sono stati in 300 a scendere in piazza con l'Usb, proprio sotto le due Torri: la “rabbia giusta” sfila per il centro di Bologna, come negli altri capoluoghi della Regione, chiamati allo sciopero del pubblico impiego contro “un governo di giovani che da risposte vecchie”. Un corteo di circa 2-300 persone, tra cui dipendenti comunali, lavoratori della sanità, maestre, vigili del fuoco e precari della pubblica amministrazione, che manifestano la “rabbia giusta” per le strade del centro, dalla prefettura all'ufficio scolastico, in zona universitaria, Tutti insieme per alzare la voce contro un “attacco senza precedenti al pubblico impiego” e contro ciò che “non si può chiamare più welfare”. [MORE]
A capo del corteo c'era Massimo Betti, leader Usb, che sottolineava al megafono come il sindaco “ex bersaniano” Merola non è poi tanto diverso dal Premier Matteo Renzi. "Giunta Merola = governo Renzi. Ridateci la nostra produttività", recitava un cartello, facendo riferimento all'ultimo scontro tra sindacati e amministrazione, sui tagli al salario accessorio. Non sono mancati nemmeno gli striscioni contro l'istituzione scolastica e contro i sindacati, che davanti alle scelte del Governo “stanno zitti come pugili suonati”, ironizza Betti. In Piazza Roosvelt il leader Usb ha preso di mira i tagli del Governo, che non toccano i prefetti, mentre sotto il Comune se la prende contro un “palazzo di privatizzatori”, proprio mentre è in corso la seduta di approvazione di un bilancio “che grida vendetta”, opera di chi vuol far credere all'opinione pubblica che “per il bene dei cittadini vanno tagliati i servizi pubblici".
"Oggi con lo sciopero facciamo ciò che i lavoratori devono fare", rivendica Betti. E' necessario protestare perché il governo tratta i “dipendenti della Pa come un bancomat”, e per chiedere che le partecipate e i servizi non siano dismessi ma re-internalizzati. In tema scolastico, la critica va all'istituzione del Comune e contro i tagli dello Stato agli appalti di pulizia. Già dalle 7:30 del mattino, ben prima del Corte Usb, si erano già mobilitati in centro i dipendenti in appalto dell'università, "di nuovo di fronte ai portoni dei palazzi dell'ateneo divenuti simbolo della vergogna, e andremo in rettorato".
Stefania Putzu