Cronaca
Bologna, omicidio Biagi: nuova inchiesta sulla mancata scorta
BOLOGNA, 14 MAGGIO 2014 – A dodici anni dall'omicidio, si riaprono le indagini sulla mancata scorta a Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse il 19 marzo del 2002. La procura di Bologna, come confermato dagli ambienti investigativi, avrebbe riaperto un fascicolo conoscitivo – cioè senza ipotesi di reato - riguardo i fatti che portarono alla revoca della scorta del professore. A riaprire le indagini è stato il pm Antonello Gustapane, lo stesso magistrato che nel 2003 chiese l'archiviazione dall'accusa di cooperazione colposa in omicidio per l'allora direttore dell'Ucigos, il suo vice Stefano Berrettoni, il questore Romano Argenio e il prefetto Sergio Iovino. [MORE]
A motivare la riapertura delle indagini, come precisa l'Ansa, ci sarebbero alcuni documenti sequestrati dalla Procura di Roma durante un'altra indagine, e di recente trasmessi a Bologna. Le carte sarebbero state in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Claudio Scajola. Quest'ultimo, che all'epoca dell'omicidio di Biagi era ministro dell'interno, fu costretto alle dimissioni a causa di una frase pronunciata nell'estate del 2002, appena pochi mesi dopo la morte del giuslavorista: “Biagi era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza".
Anche Guido Magnisi, legale della famiglia Biagi, ha voluto pronunciarsi riguardo la riapertura del fascicolo conoscitivo sulla mancata scorta del professore: “Abbiamo talmente pochi elementi che è prematuro fare qualsiasi commento. Marina Orlandi, nel caso in cui dovesse essere sentita, è a disposizione, ma per ora non è stata convocata” spiega Magnisi, che aggiunge “Non si sa cosa accadrà, non abbiamo elementi di valutazione”.
Stefania Putzu