Cronaca

Bologna: coprifuoco per gli esercizi pubblici dopo le 20. Esplode la protesta

BOLOGNA, 8 NOVEMBRE - L’ordinanza anti-degrado del sindaco Merola continua ad agitare gli animi. Dopo la prevista imposizione del provvedimento in via Petroni, piccola ma vivace strada nei pressi della noto punto di ritrovo Piazza Verdi, alcuni comitati di residenti ne hanno richiesto a gran voce l’applicazione in altre zone della città.[MORE]

Ricordiamo che il giro di vite della giunta va a rivoluzionare l’orario di chiusura degli esercizi pubblici: per evitare a certe ore della notte sovraffollamento, schiamazzi e conseguenti disagi per i residenti, i negozianti dovranno abbassare le serrande ad una determinata ora stabilita in base all’attività d’appartenenza; gli alimentari di via Petroni ad esempio avranno l’obbligo di chiudere alle 18, “i kebabbari” alle 23 e così via.

Negli ultimi giorni la protesta si è spostata anche nella zona del Pratello, altro importante centro della “movida” bolognese, dove al comitato di residenti “Al Crusel”, favorevole all’introduzione del “coprifuoco” che scongiurerebbe l’afflusso di “maleducati e teppisti” dalle altre zone colpite dall’ordinanza, si è opposto nuovamente il compatto muro dei negozianti (bar, pub, ristorazione take away etc.): secondo questi ultimi infatti l’ordinanza non farebbe altro che condannare a morte i commercianti che, privati dell’attività nelle ore di maggior afflusso, subirebbero ingenti perdite economiche.

L’assedio alla giunta Merola è appena iniziato e la battaglia sarà aspra e dura: per i commercianti “l’ordinanza della discordia” non va proprio bene. “Il Caffettino” di via Petroni, per citarne uno, è deciso a dare battaglia e, dopo aver consultato i propri legali, si prepara anche ad un eventuale ricorso al Tar. Dello stesso avviso sono anche altri esercenti che non sono intenzionati a cedere. La giunta proseguirà imperterrita per la propria strada? L’ordinanza è proprio quello che serve a Bologna per contenere la grave emergenza “degrado” che l’affligge? Per ora, oltre alla probabile pioggia di ricorsi che si abbatterà sul comune, l’unica cosa certa è che trovare il giusto compromesso tra consumatori, negozianti e residenti richiederà molto tempo.

Gianluca Francesco Pisutu