Cronaca

Bologna, bracconieri in Appennino incastrati dall'operazione "Candid Camera"

BOLOGNA, 25 LUGLIO 2014 – Uccidevano gli animali utilizzando dardi, laser e trappole, per poi scattarsi macabre foto con il “bottino”: cadaveri di cervi cacciati in zone proibite. Ma sono stati gli stessi autoscatti a tradirli, insieme alle immagini raccolte da un fotoamatore. La polizia provinciale delle città di Bologna, Firenze e Prato hanno scoperto, attraverso l'operazione denominata “Candid Camera”, un'attività illegale di bracconaggio nell'Appennino: due gli individui denunciati, un sospetto bracconiere e un basista. [MORE]

Nel luglio 2013 un fotoamatore, recatosi nel Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone – zona in cui è vietato cacciare – si era mimetizzato sotto un capanno in attesa del passaggio di un cervo nobile, ma a finire nei suoi scatti è stato un bracconiere armato di fucile da caccia e silenziatore, intento alla ricerca e abbattimento della selvaggina. Il fotografo ha denunciato immediatamente le immagini alla Provinciale di Bologna, e da lì sono scattate le indagini.

Scoprire l'identità del cacciatore illegale non è stato facile, perché abitava a oltre 100km di distanza. Il blitz è scattato nei giorni scorsi, con una ventina di agenti coinvolti in pedinamenti e intercettazioni. Durante le perquisizioni sono stati trovati silenziatori da applicare alle armi da fuoco, balestre munite di darmi con lama a rasoio e laser, visori notturni, torce dotate di staffe per posizionamento sulle armi durante la caccia notturna, e una grossa trappola per la cattura di istrici. Ma anche dieci crani di cervidi, numerose munizioni a palla non denunciate regolarmente e una carabina con calcio pieghevole per le battute di bracconaggio. Sul fuoristrada di uno degli indagati è stato trovato un vano di plastica posizionato sotto il motore, dove veniva trasportato il silenziatore utilizzato su una carabina monocolpo pieghevole.

Nella memoria di una macchina fotografica sono stati trovati i macabri “selfie”, scattati con i cadaveri degli animali catturati. In alcune era ripreso anche il secondo indagato, il basista, intento ad aprire in due con un ascia la carcassa di un cervo nobile di peso superiore ai 250 chili.

Sarebbe stato individuato anche il luogo dove venivano macellati gli animali abbattuti. Il locale, situato all'interno del Parco dei Laghi, era attrezzato di carrucole con ganci, lavatoio e attrezzature varie come mannaie e picconi, per appendere e selezionare le carcasse degli animali. Nel mattatoio illegale sono stati rinvenuti anche dei congelatori con 15 chilogrammi di carne tra cui cervo e cinghiale, disposti in buste e pronti per l'utilizzo. Il materiale è stato sottoposto a sequestro penale, e le due persone denunciate alla Procura della Repubblica di Bologna con l'accusa di reato di caccia all'interno di zona vietata, con mezzi non consentiti, su specie in periodo vietato, e per detenzione di parti di arma e munizione non denunciate regolarmente.

Stefania Putzu