Economia
Boeri: un lavoratore in nero su tre è clandestino
ROMA, 20 LUGLIO – Un lavoratore in nero ogni tre è clandestino. Questo è il dato emerso dalle ispezioni di vigilanza dell’ INPS nel triennio 2013-2015. A comunicarlo è lo stesso presidente dell’Istituto, Tito Boeri, che in un’audizione alla Camera ha oggi spiegato come la regolarizzazione del lavoro degli immigrati porti ad una costante emersione di attività altrimenti svolta in nero.
Boeri ha poi ricordato come l’80% degli immigrati sia un contribuente per l’INPS, sottolineando non soltanto la necessità di un migliore inserimento di questi ultimi nel mercato del lavoro, ma anche l’esigenza di un crescente numero di migranti regolari che contribuiscano a finanziare il sistema previdenziale italiano.[MORE]
37 miliardi di euro, sarebbe questo il costo nel 2040 di una eventuale misura di blocco dei permessi per lavoratori stranieri, tenuto conto del ruolo che essi attualmente svolgono. A ciò va inoltre aggiunto che l’80% dei nuovi permessi di soggiorno è concesso a persone con meno di 35 anni, lontani dunque dall’età pensionabile e con una lunga vita lavorativa ancora davanti.
“Sin qui” ha inoltre dichiarato Boeri “gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali, a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni”. Il saldo netto, infatti, dei contributi versati all’INPS da chi è arrivato nel nostro Paese è di circa 5 miliardi di euro.
Il presidente dell’Istituto ha poi ammonito che “non sono i bonus temporanei a cambiare la propensione degli italiani a riprodursi”. Per Boeri si tratta infatti di “politiche auspicabili”, destinate però ad avere successo solo se intese come durature e stabili e suscettibili di avere effetto solo sul lungo periodo.
Come era lecito aspettarsi, le parole del presidente dell’INPS hanno suscitato reazioni nella politica. In particolare, la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, ha commentato le dichiarazioni di Boeri sottolineando i costi per lo Stato dell’immigrazione irregolare e domandandosi se la sigla INPS stia per “Istituto Nazionale di Previdenza Stranieri”.
Nella sua audizione, tuttavia, Boeri non ha menzionato in alcun modo il ruolo dell’immigrazione irregolare nel sostegno al sistema pensionistico italiano. Il presidente dell’INPS ha anzi precisato come i flussi di migranti non regolari siano insufficienti per compensare la mancata crescita del numero dei migranti regolari, a testimoniare come si tratti di fenomeni differenti.
Stando agli ultimi dati Istat, il numero di immigrati regolarmente residente nel nostro Paese supera di poco i 5 milioni. Tra questi, tre milioni e mezzo provengono da Stati non appartenenti all'Unione Europea. Sono invece all'incirca 400mila i migranti regolari ma non residenti.
Paolo Fernandes
Foto: ilpopolano.com