Cronaca
Blocco totale della Sicilia : Il Movimento dei Forconi scende in campo
PALERMO, 17 GENNAIO 2012- La Sicilia alza la testa per riprendersi la libertà, per dire basta ad una politica che ha devastato il Paese, per esprimere l’impossibilità ad andare avanti attenendosi alle condizioni attuali e per lottare contro la crisi e la recessione, che più di tutti sta colpendo il settore primario.[MORE]
<< Viviamo sotto una politica corrotta e nepotista e una burocrazia super retribuita complice dello sfascio dell’economia. Riteniamo giusto alzare con dignità la testa e iniziare questa disapprovazione totale contro chi ci governa, innanzitutto a livello regionale e poi anche a livello nazionale>>. Ad alzare la voce è il Movimento dei Forconi, che dalle 6 di questa mattina, continua a bloccare la Regione.
Più di 100 presidi in tutta l’isola hanno infatti rallentato il traffico per rendere visibile la manifestazione. La protesta nasce come libera iniziativa del popolo siciliano e riunisce agricoltori, pastori, allevatori, gente comune, persone che vivono la realtà e la toccano ogni mattina con mano, che si dicono stanchi del disinteresse e del maltrattamento delle istituzioni.
L'obiettivo è quello di fermare pacificamente l'intera Sicilia bloccando i punti cruciali del trasporto regionale. <<Saremo sui porti, sulle autostrade e sugli scorrimenti veloci di ogni parte della regione, saremo nei pressi delle raffinerie. Occuperemo luoghi strategici e simbolici in tutta la regione>> ha fatto sapere il capo del Movimento, Mariano Ferro, ex Mpa e molto vicino a Lombardo, fiancheggiato da Martino Morsello, anch’egli ex Mpa, e dal sindacato degli autotrasportatori siciliani di Giuseppe Richichi. La protesta, poi, ha avuto il pieno appoggio da parte di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza nuova. I Forconi, però, continuano a dichiarare di non avere una particolare collocazione politica. Essi vogliono portare alla ribalta, anche nazionale, i problemi della propria terra, e creare disagi rappresenta l'unico modo per avere un pò di visibilità.
Il portavoce del Movimento ribadisce che <<Non si accettano bandiere ma solo gente che vuole cambiare le cose e invita tutti i cittadini italiani a unirsi in questa battaglia per riportare la dignità nel nostro Paese>>. Sottolinea il fatto che nessuno vuole sottrarsi dal pagare le tasse ma questo è possibile solo in presenza di un reddito, invece le aziende chiudono, la disoccupazione è dilagante e le difficoltà economiche sono così gravi, talvolta, da spingere le persone al suicidio.
Da ieri 16 gennaio, ha preso dunque il via il blocco totale della Sicilia, che si protrarrà fino alla mezzanotte di venerdì 20 gennaio. I manifestanti hanno bloccato, diversi caselli autostradali tra Palermo e Catania e tra Catania e Messina, il porto di Messina, il porto di Palermo, il polo petrolchimico di Priolo, la statale Palermo-Sciacca, la ferrovia tra Palermo e Messina, il porto di Pozzallo e varie raffinerie che producono carburante. Ma non finisce qui, ad aggiungersi alla lista, oggi, le strade, autostrade, i porti e le raffinerie di Milazzo, Priolo e Gela, gli svincoli di Avola e Lentini sull’autostrada Siracusa-Catania, lo svincolo per Rosolini sulla statale 115 e gli ingressi dei “gratta e vinci” che lo Stato utilizza per far cassa sulle spalle della povera gente. Nulla entrerà ne uscirà dall’isola.
I manifestanti chiedono, inoltre, la defiscalizzazione dei costi dell’energia elettrica e il blocco delle procedure esecutive di Equitalia, l’uso dei fondi europei per lo sviluppo da utilizzare per arginare la crisi dell’agricoltura e il congelamento delle procedure della Serit, l’agenzia siciliana che si occupa della riscossione dei tributi.
<<Questa volta la rivoluzione la facciamo davvero>> - dichiara a Panorama.it, Morsello, che ha proseguito - <<Vogliamo mandare la Sicilia al collasso, è ora di far sentire la nostra voce. Io, per esempio, sono a Palermo, davanti a me una quarantina di tir bloccano la strada, ed è così ovunque>>. Insomma per la Sicilia i prossimi giorni si prospettano ardenti e l’impressione è che la protesta andrà avanti con le stesse norme fino a quando le istituzioni non faranno un passo in avanti.
Maria Lo Porto