Bio valley di San Floro, "Jonathan...liberi di volare"
Societa' Calabria

Bio valley di San Floro, "Jonathan...liberi di volare"

domenica 19 giugno, 2016

CATANZARO - Nella bio valley di San Floro germoglia la piantina della solidarietà e dell’integrazione, grazie alla disponibilità di Stefano Caccacavari, fondatore del progetto Orto di Famiglia, progetto agricolo nato circa due anni fa per la valorizzazione e la custodia del territorio e dei semi antichi, e dell’associazione di volontariato “Jonathan…liberi di volare” di Catanzaro, che da anni si occupa di ragazzi speciali ed ha l’obiettivo di dare un aiuto e un supporto alle persone in difficoltà ed alle loro famiglie.[MORE]

Un orto è stato affidato ai ragazzi dell’Associazione, un fazzoletto di terra per coltivare, raccogliere frutti di stagione e soprattutto aggregare le persone e le famiglie della zona, coinvolgendole nella lavorazione dei prodotti, per comprendere il senso della semina, della crescita delle piante e del mangiare sano.

I ragazzi dell’associazione, accompagnati dalla presidente Daniela Cannistrà, dalle socie Mirella De Santis e Rosarita Rudi, coadiuvate da Anna Di Vita referente de progetto, hanno potuto sperimentare la socializzazione in un luogo sano ed accogliente, quale luogo di scoperta, apprendimento, creatività, rispetto e sensibilizzazione verso l’ambiente e il benessere.

L’obiettivo che ha dato vita a questa collaborazione è quello di coinvolgere in un percorso di agricoltura socio-ambientale e di integrazione, persone con disabilità non grave e altre risorse umane del territorio, attuando sinergie in rete, sviluppando la diffusione di buone pratiche e creando le basi per renderlo continuo nel tempo e di esempio.

I ragazzi dell’associazione hanno trascorso un pomeriggio all’aperto, scoprendo ed apprendendo come nascono le piantine e come si sviluppano i frutti, accompagnati in questo percorso da genitori entusiasti per la scoperta di questo angolo dove coltivare prodotti bio e dove coinvolgere i loro ragazzi in attività produttive e socio-educative, in uno spazio sociale da cui diffondere sul territorio processi innovativi di valorizzazione ed inclusione della disabilità, di riscoperta e valorizzazione del “patrimonio” territorio, sviluppando sensibilità, consapevolezza e partecipazione attiva, rispondendo in modo efficace ed efficiente alle aspettative di un futuro di questi ragazzi anche sul piano della motivazione, di stimoli positivi e…perché no…occupazion


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