Cronaca

Bimbo picchiato: Marziale, problema non sono i rom

 - Catanzaro, 20 apr. - "Il problema non risiede nel fatto che gli aggressori siano di etnia rom, ma nell'eccesso di violenza che caratterizza l'agire odierno dei soggetti in eta' evolutiva sin da piccoli": cosi' il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'infanzia, sugli accadimenti di Catanzaro, dove un bimbo piccolo di 7 anni e' ricoverato in gravi condizioni dopo avere subito una brutale aggressione da alcuni suoi coetanei. [MORE]"Nelle stesse ore - spiega - in cui il piccolo catanzarese veniva aggredito dai compagni, alla Ross Elementary School di Houston (USA) tre bimbi, due di sei anni ed una di cinque, sono rimasti feriti da un colpo di arma da fuoco partito accidentalmente da una pistola che era stata portata da casa da uno dei tre piccoli. La lettura dei due casi induce a riflettere sulla portata globale della fenomenologia, sullo sfondo che vede quasi sempre la scuola quale teatro degli accadimenti e sull'insufficienza di controllo da parte di quanti sono invece preposti alla cura dei piccolini". Il presidente dell'Osservatorio si dice "convinto che la ragione di cosi' elevata efferatezza sia da ricercarsi essenzialmente nel rapporto che i bimbi hanno con i moderni giocattoli tecnologici, dove per vincere e' necessario picchiare duro gli avversari fino ad ucciderli. Il gioco e' un elemento fondamentale nel processo di sviluppo cognitivo, molto piu' incisivo delle teorie didattiche, pertanto l'incitamento e l'assuefazione alla violenza virtuale producono una vera e propria anestesia rispetto alla violenza reale. Se a questa dinamica - sottolinea il sociologo - aggiungiamo anche la corposa violenza urbana e quella respirata in ambiente domestico, allora ecco che il prodotto non puo' essere che un bimbo estremamente violento". Per Marziale "e' comunque inconcepibile che penalmente i genitori non debbano rispondere dei danni alla persona cagionati dai propri figli, segno che anche il codice penale minorile ha fatto il suo tempo e abbisogna di qualche adeguamento alle nuove esigenze"