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MILANO, 15 NOVEMBRE 2011- Una ricerca condotta dall’equipe medica del San Raffaele mostrerebbe come il cervello di chi parla due lingue reagisca in maniera più rapida ed efficiente agli stimoli. Il motivo, ipotizzano i ricercatori, risiederebbe nell'abitudine fin da piccoli a tenere distinte le due lingue, per non fare confusione: una capacità che i bambini in genere acquisiscono dai tre anni in poi.[MORE] Per questo processo vengono impiegate le stesse strutture neurali che entrano in gioco nel prendere decisioni rapide. Usarle, quindi, di più fin dalla nascita darebbe un maggiore sviluppo anatomico.
Nello studio sono stati confrontati due gruppi: uno bilingue fin dalla nascita (italiano e tedesco), dell'Alto Adige. Il secondo monolingue, di età, background educativo e socioeconomico comparabili. Le loro prestazioni di fronte a compiti cognitivi sono state analizzate misurando le attività cerebrali con tecniche avanzate di neuroimaging e con la risonanza magnetica funzionale. Si è visto che <<i soggetti bilingue hanno più materia grigia nella corteccia del cingolo anteriore, un'area cruciale per il monitoraggio delle nostre azioni>> spiega il dottor Abutalebi, primo autore dello studio.
C'è anche una correlazione positiva fra i risultati nel risolvere i conflitti cognitivi e lo spessore della materia grigia nell'area del cingolo anteriore, sottolineano gli scienziati. Dato che indica come il bilinguismo sin dalla nascita abbia un'influenza diretta sul cervello, che si ottimizzerebbe durante la crescita per svolgere compiti cognitivi i quali richiedono decisioni rapide ed efficienti.
Insomma, padroneggiare una seconda lingua il più precocemente possibile consente di avere una marcia in più in diversi campi, culturali e cognitivi. E anche di riuscire a capire più velocemente degli altri qual è la scelta giusta in una situazione di conflitto.
Caterina Gatto