Politica
Bevilacqua (FdI), Oliverio si dimetta
VIBO VALENTIA, 28 GIUGNO 2015 - "Tre provvedimenti di custodia domiciliare, cinque divieti di dimora in regione ed oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati. L'operazione della Procura di Reggio Calabria sui contributi regionali destinati al rimborso delle spese istituzionali ed utilizzati, in realta', per far fronte ad esigenze meramente personali mette in serio imbarazzo anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi".
Lo afferma in una nota l'ex senatore vibonese di Fratelli d'Italia, Franco Bevilacqua, esponente di rilievo del partito in Calabria, il quale domanda "se Renzi sapesse dello scossone giudiziario che avrebbe colpito la giunta di Mario Oliverio", ricordando le dichiarazioni in cui proprio "il presidente della Regione Calabria affermava di non poter completare la giunta non avendo Matteo Renzi ancora sciolto le riserve sui nominativi della componente renziana che avrebbe dovuto trovare collocazione nella giunta calabrese. Alla luce delle spese pazze dei consiglieri regionali calabresi - spiega Bevilacqua - sarebbe il caso che il presidente Oliverio si dimettesse perche' pur non essendo personalmente coinvolto, su di lui ricade la responsabilita' delle scelte, visto e considerato che gli assessori che lo affiancano nella gestione della Regione risultano tutti indagati insieme al presidente del Consiglio regionale e l'assessore De Gaetano e' stato a suo tempo difeso da Oli-verio che l'ha preferito a Carmela Lanzetta". [MORE]
Adamo (Pd), fare politica non e' una colpa "L'indagine sui finanziamenti ai gruppi regionali faccia il proprio corso e gli inquirenti accertino fino in fondo ogni eventuale responsabilita' senza guardare in faccia nessuno. Per quanto mi riguarda sono certo di poter chiarire ogni contestazione. Non ho messo in tasca, ne' usato a scopo privato alcun euro". Lo af-ferma Nicola Adamo, ex consigliere regionale del Pd, che nell'inchiesta della procura di Reggio Calabria sulla rimborsobili in Consiglio regionale ha ricevuto un divieto di dimora. "Sono chiamato a rendere conto del fatto che i finanziamenti del gruppo - aggiunge Adamo - sarebbero stati utilizzati, cosi' recita te-stualmente l'ordinanza, per "attivita' squisitamente politiche e di promozione della persona del politico piuttosto che relative all'attivita' istituzionale svolta dallo stesso, quale componente del gruppo misto". Nessun profumo o champagne, dunque, ma una questione interpretativa che sara' chiarita nelle sedi giudiziarie proprie. Ho piena fiducia e certezza che in quelle sedi saranno chiariti anche i dettagli relativi alla rendicontazione, nonche' il ruolo dell'associazione "l'Idea".
Mi rimettero', infine, alla decisione del tribunale del riesame sulla misura di divieto di dimora in Calabria. La "pericolosita'" della mia presenza in Calabria, nell'ordinanza - sottolinea Adamo - e' cosi' motivata: "nessun dubbio che l'Adamo, anche se non piu' componente del Consiglio regionale, possa aver mantenuto solidi contatti con esponenti della pubblica amministrazione a tutti i livelli, essendo un protagonista attivo della politica e delle istituzioni locali, avendo altresi' svolto incarichi in passato di vicepresidente della giunta regionale". Ovviamente obbedisco e mi atterro' rigorosamente al rispetto dell'ordinanza. Nessun provvedimento pero' puo' impormi di ritenere che fare politica sia di per se' una colpa o un indice di pericolosita'. Anche per questo - conclude l'esponente del Pd - ho rispetto del nostro sistema giudiziario e dei principi democratici su cui e' tuttora saldamente ancorato". (Agi)