Infooggi GrooveOn

Betelgeuse, una stella che esplode tra diversi generi musicali: intervista a The Unsense

SOVERATO (CZ), 06 GENNAIO 2016 - Dopo il debutto nel 2010 con Il Pifferaio di Pandora, The Unsense ci ripropongono la loro interpretazione degli opposti musicali. Il 25 Settembre è stato pubblicato Betelgeuse per Indingo Records e noi abbiamo fatto quattro chiacchere con i sei musicisti di Varese.
Buona lettura!

[MORE]

Dopo un po' di tempo dal vostro debutto, cosa ne pensate de Il Pifferaio di Pandora?

Hai presente quando ti ritrovi in camera tua da solo a guardare le foto di epoche passate della tua vita? Quella nostalgia in cui ti riconosci ma allo stesso tempo ti sembra un’altra storia ed un altro te ? Magari rivedi vecchi amici che non ci sono più e amanti che non frequenti più…
Ecco, quando pensiamo al Pifferaio di Pandora la sensazione è simile a questa, Ci appartiene, ma allo stesso tempo è come se appartenesse ad un altro noi, ad un altro gruppo. Abbiamo cambiato batterista più volte nel corso della nostra storia, e abbiamo aggiunto un chitarrista e questa è come fosse un’epoca diversa, un periodo completamente nuovo…

 
Cos'è cambiato con Betelgeuse?

Direi che l’unica base che è rimasta è la nostra vena ritualistica, per noi il disco e soprattutto i live sono il momento in cui perderci per trovarci e scoprirci ogni volta.
Oltre a questo, che poi fondamentalmente è il motivo per cui suoniamo, direi che è cambiato tutto.
Con Betelgeuse siamo passati alla lingua italiana, il disco è decisamente più cupo e duro e la sua trama tesa, scomoda e non immediata.
Con il Pifferaio abbiamo cercato di fare un disco che racchiudesse belle canzoni.
Invece in Betelgeuse quello che ci piace è dove ci conducono le canzoni, la loro “funzione” viscerale. Betelgeuse è quello che volevamo dire in questo preciso momento…
Non esiste ricerca di bellezza, ma di nudità. La bellezza è di per se in ogni cosa ed ora come ora non ci interessa perseguirla, la nudità invece manca, come noterete, c’è una estrema tendenza a ricoprirsi di cose superflue.

 
Raccontateci cosa avete voluto trasmettere con il videoclip di Anemone Scarlatta.

L’anemone scarlatta è un fiore che segna la fine, ma anche la nascita dopo la morte.
Insieme al regista Andrea De Taddeo, che in seguito al video è venuto a suonare con noi, volevamo creare qualcosa di lontano dal videoclip musicale.
Niente band che suona, niente coreografie, ma una storia che fosse un intreccio onirico, un sogno nel sogno.
Il videoclip ha più chiavi di lettura. La prima, quella immediata, è la fine di una relazione d’amore vissuta su piani differenti.
Uno sposo mascherato da demone che insegue ed uccide se stesso ed una sposa fantasma che vive preparandosi per qualcosa che non ha immagine ne realtà.
È un dialogo tra sognatori.
L’incontro è possibile soltanto in una realtà precedente, ormai in rovina, abbandonata…Necessario è svegliarsi ed uscirne.
Poi per il resto è anche bello che i significati delle cose siano trovati da chi significato gli da.

 
Come ha preso forma questo disco ed il suo legame con la metafora della stella della Costellazione di Orione?

Credo che le cose esistano di per se. La forma non esiste senza materia e da dove arriva un album non lo so. è un po’ come ascoltarlo e crearlo insieme.
C’è il legame con il messaggio e con le nostre vite, e allora si che modelliamo una forma, e la forma si modella a noi.
Betelgeuse è una stella, “colei che sta al centro”, una stella che forse è esplosa, lei ora non ha una forma , ma per noi che la vediamo da qui è una stella, con la sua forma da stella…
La fine della stella rappresenta la distanza di luce tra me che sto scrivendo e il ricordo.
La metafora è anche sociale. In questo mondo che, non si chiama Terra, sia chiaro, la terra è un mondo inestimabile popolato da esseri nobili e centauri e muse meravigliose…
No in questo mondo che si chiama Betelgeuse chi è messo meglio è cieco ad intermittenza e vive cercando il manuale di come fare per amare o come fare per dormire o scopare…
Fatica ad accorgersi che le stelle sono esplose.
Tutti i suoi abitanti si aggrappano ad un sistema finito ed in rovina usando le stesse consumate armi di quel sistema per urlargli contro. Infervorati si auto innalzano a Dei di carta pesta adoratori di ideali quali la libertà.
Intanto assonnati e compiaciuti di qualche like su FB rimangono fermi, procrastinano, si lamentano non sapendo che cazzo farsene della loro libertà tanto urlata e sofferta, mentre altri, lontani e un pochino più furbi, sanno certo che farsene del loro tempo speso a fumare attraverso sigarette elettroniche !!!

A volte rimaniamo incastrati nel ricordo di qualcosa che non siamo più.
Betelgeuse esplode.
Fa un salto nel vuoto e va a vedere com’è il Silenzio.


 
Parlateci della vostra sintesi tra generi, apparentemente, distanti.

Il nostro gruppo è composto da 6 persone e apparteniamo tutti quanti a mondi completamente diversi fra loro, c’è chi fa il regista, chi il giardiniere. Chi lavora agli effetti speciali 3D nel cinema e chi l’elettricista nucleare a succhiare latte da tette d’Uranio
Questo ci porta ad avere mondi e generi che sono molto lontani fra loro come base naturale. Allo stesso tempo siamo tutte persone attratte da quello che rappresenta la musica vissuta come viaggio interiore , ci troviamo ad improvvisare un sacco e a vagare insieme, ed ecco che il nero e il banco e il rosso e il giallo trovano il loro posto. Non c’è nulla di pensato o studiato, tutto accade.
Il lavoro successivo, e questo si che è decisamente più mentale, è quello di scrivere i testi sul pezzo e allo stesso tempo riarrangiare la canzone in base al mood che vogliamo dare, e qui a volte si vede il sangue.
Ma in fondo il sangue ha un buon gusto se bevuto insieme al miele, convieni anche tu?  


Ultimamente siete stati colpiti, a livello nazionale, da qualche uscita discografica oppure avete assistito ad un live che vi ha stupito?

Per quanto riguarda le uscite discografiche questi :
Ophiuco : Hybrid
Little Creatures : Some new species
Menimals: Menimals
Downlouders: Arca
Verdena: Endkadenz Vol. 1
Live ultimamente a livello nazionale mi hanno consigliato gli Unsense però io non sono mai riuscito a vederli.
Siamo brutte persone per questo lo so…

 
Volete salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che sentite in dovere di consigliare?

Direi proprio di si e vi ringraziamo di cuore per questa intervista…
Vediamo.. oltre ai grandi nomi per cui serve avere la discografia. Eccone qualcuno che ci sentiamo di consigliare. Appartengono a generi molto diversi fra loro.

Bohren and the club of Gore : Sunset Mission
Agnes Obel: Aventine
Telefon Tel Aviv: Map of what is effortless
Mirel Wagner: Mirel Wagner
Can: Tago Mago
 

 

 

Federico Laratta

Puoi seguire InfoOggi GrooveOn anche su Facebook e su Twitter!