Economia
Bertinotti sull' accordo contratti, 'uno strappo alla democrazia'
Roma, 1 luglio 2011- Non si spengono le reazioni in riferimento all’accordo siglato sui contratti tra Confindustria e Sindacati. L’ultimo, in ordine di tempo, ad esprimersi in merito è stato Fausto Bertinotti, secondo cui: “E' sorprendente che non ci sia indignazione di fronte a uno strappo alla democrazia. L’accordo sui contratti è una gabbia, in quanto i lavoratori sono privati della possibilità fondamentale di esprimersi con il loro mandato e l'esito che si sta delineando è catastrofico" per il sindacato”.[MORE]
L’ex presidente della Camera, non ha usato mezzi termini per esprimere il suo disappunto in merito. Per Bertinotti , il Contratto Collettivo di lavoro, così come è stato pensato, si presta ad essere modificato in peggio, con un capovolgimento delle contrattazioni. A poi continua dicendo, "E' messa fuori gioco la volontà dei lavoratori, che non possono più votare, e quella del sindacato, che se non aderisce ad un accordo non può più adire al conflitto".
Per quanto concerne la questione Fiat, secondo Bertinotti, si sono assecondate tutte le richieste di Marchionne , inoltre, l’ipotesi di una legge “ad aziendam” è resa plausibile dalle condizioni contenute nell’accordo, che non essendo retroattivo, non tutela gli accordi raggiunti a Pomigliano, Mirafiori, ex Bertone. Questo potrebbe dare la possibilità ad un giudice di intervenire e di stabilire che i suddetti accordi non sono conformi alle leggi vigenti.
In merito all’introduzione di una legge che conferisca retroattivita' all'accordo interconfederale, in giornata si è pronuciata anche Susanna Camusso, che dichiara: ''Su alcuni quotidiani e' tornata a circolare l'ipotesi di un eventuale intervento legislativo che renda legittimi retroattivamente i recenti accordi Fiat. Risulta difficile capire la ratio giuridica di un tale intervento proprio in questo momento; si considerano allora illegittimi quegli accordi? Ci piacerebbe capire davvero di cosa si sta parlando''.
A queste dichiarazioni, si è aggiunta anche del Ministro del Lavoro, Sacconi, il quale ha escluso categoricamente una legge ad hoc per Fiat, “Tocca alle imprese e alle organizzazioni sindacali dirci se eventualmente dobbiamo fare qualcosa".