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Zurigo - Ci avevano provato, a questo punto si può dire così, il 5 gennaio 2012 depositando alla Cancelleria Federale Svizzera l'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del servizio militare obbligatorio", ma dopo il "no" del Governo e il "non se ne parla nemmeno" arrivato dal Senato, la cosa può dirsi conclusa. [MORE]
Allo Ständerat temono che la soppressione dell'obbligo di leva possa costituire il primo passo verso una futura abolizione del servizio militare obbligatorio pensando anche, e a ragione, che forze armate costituite da volontari non siano in grado di garantire la sicurezza della Svizzera.
Eppure l'iniziativa aveva avuto il sostegno di oltre 100.000 firme, centosettemiladuecentoottanta persone per le quali era giunto il momento di sopprimere questo residuo di guerra fredda. Anche se, a veder bene, il Gruppo per una Svizzera Senza Esercito (GSSE) non ha mai messo in discussione l'Esercito in quanto tale, ma solo il concetto di "Leva Obbligatoria", puntando quindi, ad una milizia volontaria, ma non per questo, fatta di "professionisti".
Il GSSE aveva posto l'attenzione su due cose principali: innanzitutto la "crisi del servizio militare obbligatorio", visto che un numero sempre più elevato sceglie il Servizio Civile, e poi il fatto che, in "tempi di grama", la soppressione della leva obbligatoria avrebbe consentito un risparmio notevole per le casse della Confederazione, risorse finanziarie che avrebbero potuto esser impiegate nelle sfide alle quali il paese e il mondo sono chiamati a confrontarsi.