Politica
Berlusconi vs Santoro: "Della crisi io non ho colpe. L'Italia non è un Paese governabile"
ROMA, 10 GENNAIO 2013 – È un confronto al vetriolo quella fra il giornalista Michele Santoro e l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ospite unico questa sera alla trasmissione Servizio Pubblico.
L’ex premier è stato ospite e protagonista della trasmissione di La7 dove ha fornito la sua opinione su alcuni dei più discussi argomenti del panorama politico attuale: dai motivi del “fallimento” del Governo Monti, alla criticatissima IMU, dalle imminenti elezioni alle due presunte congiure che l’ex premier sostiene essere state orchestrate ad arte contro di lui, fino ad arrivare al tanto criticato trasferimento obbligatorio da Roma a Milano per molte dipendenti di Mediaset.[MORE]
La crisi, l’austerity e il cosiddetto fallimento del Governo Monti. Per l’ex Presidente del Consiglio il paese ha subìto una politica di austerità che se, applicata ad un’economia in sviluppo produce dei risultati, ma in un periodo difficile ha portato a quello che assistiamo oggi: calo dei consumi, calo della produzioni, licenziamenti del personale delle aziende, record di un miliardo di ore della cassa integrazione.
Le nuove misure hanno stremato le famiglie: l’ IMU e i vari aumenti delle tasse hanno portato ad ogni famiglia italiana una spesa di 2500 euro.
A Giulia Innocenzi, che cita le pessime opinioni che The Economist e The Financial Times hanno espresso sul Cavaliere nel corso del suo ultimo mandato e che ricorda le dichiarazioni di Berlusconi che, nel 2009, sosteneva che la crisi fosse in realtà figlia di un condizionamento psicologico e che l’Italia fosse una grande potenza economica, precisamente la terza in Europa, l’attesissimo ospite della trasmissione replica dicendo che non dà al suo governo nessuna responsabilità per la spaventosa crisi che sta travolgendo l’economia italiana. Sostiene che nel 2009 la crisi non aveva affatto colpito gli italiani, che l’economia era fiorente, le aziende erano in attivo e c’era addirittura chi riteneva che il Paese si stesse avviando verso un cammino di crescita; poi, nel 2011 e nel 2012, le aziende sono andate in passivo, l’editoria stampata, le tv e il settore pubblicitario sono andati in crisi, i consumi sono ridotti e quindi si è ridotta la produzione. L’insieme di tutti questi fattori ha portato l’Italia verso un’inevitabile spirale recessiva. “Si è trattato di una crisi universale, curata molto male dal governo dei professori”.
“L’IMU doveva essere un’imposta comprensiva di tutte le imposte locali, toccando anche gli immobili ma non la prima casa. La prima casa è sacra.” Berlusconi sostiene che il provvedimento è sostanzialmente diverso da quello che era stato inizialmente progettato dal suo governo, dichiara di essere stato costretto ad approvare questo provvedimento ma di aver poi duramente lavorato per cercare di cambiarlo, senza tuttavia riuscirci.
“L’Italia non è un paese governabile.” Secondo l’ex Premier, se gli italiani non capiranno che bisogna cambiare tutto, andare a votare un solo partito o a sinistra o al centro destra e dare a questo partito la possibilità di cambiare costituzione, l’intera nazione cadrà in un baratro senza uscita. Se l’Italia non diventa governabile, resterà in crisi; l’unica speranza è che uno dei due partiti possa avere la maggioranza assoluta in parlamento ed usarla per cambiare la costituzione.
Notevole l’intervento del giornalista Marco Travaglio, che inizialmente analizza quelle che Berlusconi definisce come le due “congiure” orchestrate contro la sua persona: il processo Ruby e un ipotetico complotto orchestrato dalla Francia e in particolar modo dalla Germania per far crollare il suo governo, complotto organizzato promuovendo una vendita totale dei titoli di Stato italiani appartenenti alla Banca Tedesca che avrebbe innescato una reazione a catena che, spingendo alla vendita anche altre potenze esteri e in particolar modo gli Stati Uniti, avrebbe fato salire drasticamente lo spread e quindi portato al crollo del governo Berlusconi.
Viene discusso poi il caso dei trasferimento “obbligato” a Milano di alcune impiegate dell’azienda Mediaset, assunte presso la sede di Roma. Berlusconi sostiene che il trasferimento è richiesto da un tentativo di diminuire le spese dell’azienda, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare delle forti perdite, ma fa una promessa alle disperate dipendenti della sua compagnia: chi non può accettare il trasferimento a Milano, resterà regolarmente assunta presso la sede romana dell’azienda.
La parola torna quindi a Travaglio che legge un suo editoriale nel quale sostiene che il Cavaliere non abbia mai effettivamente portato avanti una concreta politica di lotta alle associazioni mafiose nonostante le tante promesse fatte e gli ricorda anche le tante amicizie con persone coinvolte in processi giudiziari. Berlusconi replica duramente, leggendo una lettera scritta da terzi in cui vengono ricordate le dieci condanne per diffamazione ai danni di Marco Travaglio. Il dialogo si infiamma, soprattutto a causa della forte reazione del presentatore Michele Santoro, mentre Travaglio replica con un tranquillità: “Se fossi un delinquente abituale lei mi avrebbe fatto presidente del Senato ma le cause a cui lei fa riferimento sono tutte cause civili, non penali, mentre un caso è ora in Cassazione.”
Si chiude quindi con una lite e con molte polemiche il tanto atteso intervento a Servizio Pubblico di Silvio Berlusconi che, dopo aver ricevuto i fischi di disapprovazione del pubblico, replica polemicamente nell’attimo di chiusura, indicando Santoro, “Non fatevi infinocchiare da questo qua!”.
(foto www.adnkronos.com)
Elisa Lepone