Berlusconi: «Torno per vincere, Angelino non era abbastanza. Vedo una magistratura onnipotente»
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MILANO, 8 DICEMBRE 2012 - Di Berlusconi ce n’è uno solo, almeno in politica. «L'opinione di tutti era che ci volesse un leader come un Berlusconi del 1994, ma non c'era. E non è che non l'abbiamo cercato. L'abbiamo cercato». Il leader del Pdl si è ripreso lo scettro e da Milanello dichiara che, in mancanza di un nuovo condottiero, il ricorso a quello vecchio è quanto mai necessario. Anche se questo significa relegare l’erede Alfano al ruolo di eterno secondo, perché per vincere Angelino non basta: «Ci eravamo dati una nuova dirigenza con il fantastico Angelino Alfano» riporta Repubblica «ma ci vuole tempo per imporsi come leader. Tutti i sondaggi davano il Pdl a un livello che non basta per contrastare la sinistra».
Perché Berlusconi, sia ben chiaro, non gareggia per partecipare, non sarebbe nelle sua natura: «Io non entro in gara per avere un buon posizionamento, entro per vincere». E per farlo sarà necessario cambiare la legge elettorale, come spiega su Rainews24: «Non so con che legge elettorale si andrà a votare, io spero ancora che verrà cambiata e speriamo si possa fare».[MORE]
Dal centro sportivo dei rossoneri, il Presidente aggiunge anche che la politica non gli è mancata affatto e che il suo ritorno è motivato da spirito di servizio: «Palazzo Chigi non mi è mai mancato neanche per un minuto. Ritorno con disperazione a interessarmi della cosa pubblica e lo faccio ancora una volta per senso di responsabilità». Oltre che dal timore nei riguardi di una «magistratura onnipotente».
(foto: lapennadellacoscienza.it)
Giovanni Gaeta