Politica
Berlusconi pensa di ricandidarsi con un altro partito: «Il Pdl va male perché non ci sono io»
MILANO, 24 NOVEMBRE 2012 - «Vediamo se usare la mia esperienza in maniera concreta». Anche da Milanello, alla vigilia di una partita importante e particolarmente sentita come quella con Juve, Silvio Berlusconi non si sottrae alle domande sul futuro della sua vicenda politica, in particolare sulla sua eventuale ricandidatura come premier alle prossime elezioni.
«Nessuno dei partiti che adesso vanno in tv potrà realizzare il proprio programma se non si cambia l'architettura istituzionale del Paese e la Costituzione si può cambiare solo se c'è un partito con la maggioranza assoluta» sono le parole dell’ex premier riportate dal Sole24Ore.[MORE]
D’altronde, se il Popolo della Libertà sta affondando, tra perdita di consensi e troppi candidati premier, è proprio a causa del volontario allontanamento del suo leader: «Il Pdl, ha proseguito Berlusconi, ha subito una decadenza di immagine e risultati, anche per il semplice motivo che io non ci sono stato» scrive Blitz Quotidiano. Addirittura, Roberto Zuccolini sul Corriere della Sera, ha avanzato l’ipotesi di un rilancio del primo partito di Berlusconi, Forza Italia, dopo le primarie del Pdl, proprio per svincolarsi da un partito sempre più nelle mani di Angelino Alfano. È strano che il voltare pagina tanto auspicato dall’ex premier sia un ritorno al primo capitolo della sua esperienza politica.
Un’ulteriore conferma che il Cavaliere medita un ritorno in grande stile arriva ancora dal mondo del calcio. Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ai microfoni di Radio Radio rivela di aver incontrato casualmente Berlusconi, il quale gli avrebbe confidato di voler tornare nel giro politico che conta: «Mi ha detto: “a 75 anni torno in politica e formo un partito nuovo”. Era felice di annunciarlo, perché era felice di tornare a fare un partito nuovo» scrive Ansa riportando una parte dell’intervista radiofonica.
Qualcuno potrebbe obbiettare che la volontà di Berlusconi si scontrerebbe con la sentenza del caso Mediaset, per la quale è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale e all'interdizione dai pubblici uffici per tre anni. Tuttavia, il provvedimento non è immediatamente esecutivo, dal momento che si tratta di una sentenza di primo grado.
Foto: acmilanmania.it
Giovanni Gaeta