Politica
Berlusconi: «Napolitano in tempo per la grazia». Si voterà il 27 novembre. Protestano Sel e M5S
ROMA, 5 NOVEMBRE 2013 - Le parole di Silvio Berlusconi sul suo futuro politico continuano ad essere dispensate, quasi con cadenza giornaliera, mediante l’ultimo libro di Bruno Vespa. E dopo che il Cavaliere ha ribadito il suo impegno “in prima linea” nella prossima campagna elettorale, argomento del giorno è la sua più immediata decadenza da senatore.[MORE]
Nella fattispecie, per ovviare al provvedimento avanzato per effetto della legge Severino, applicato a seguito della condanna per frode fiscale che lo stesso ex premier ha a carico, il Cavaliere si è soffermato su una possibile escamotage: la concessione della grazia da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
«Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena – afferma Berlusconi nel libro – dunque, sarebbe ancora in tempo». Una dichiarazione alla quale fino ad ora non vi sono comunque richieste ufficiali perché, come spiega nelle pagine successive lo stesso Bruno Vespa, al Capo dello Stato non è stata presentata alcuna domanda di grazia da parte del Cavaliere, né tantomeno dai suo legali o familiari. Semmai, spiega sempre Vespa, l’unico atto in tal senso risale allo scorso 9 agosto quando il fidato Gianni Letta e il legale Franco Coppi furono ricevuti dal presidente Napolitano per un “sondaggio discreto” riguardante, per l’appunto, la possibilità della grazia. Richiesta che comunque venne accantonata definitivamente quando lo scorso fine settembre i parlamentari Pdl presentarono in massa le dimissioni, successivamente revocate.
Ma al di là delle ricostruzioni e dei commenti ad hoc riportati nel libro di Bruno Vespa, la giornata di oggi definisce sul tema della “Decadenza Berlusconi” un’importante quanto pragmatica novità. La conferenza dei capigruppo del Senato ha, infatti, deciso a maggioranza che l’aula di Palazzo Madama voterà sulle sorti parlamentari del Cavaliere il prossimo 27 novembre. Ma come detto è stata una decisione presa a maggioranza e non all’unanimità, poiché M5S e Sel si sono fermamente opposti ritenendo oltremodo eccessivo il margine di tempo.
A questo punto, osservando i termini regolamentari, il calendario definitivo dovrà essere votato in assemblea. Come d’altronde confermato dalla capogruppo al Senato del M5S, Paola Taverna: «Questo balletto è una presa in giro del popolo italiano. Ora si decide tutto in aula. Noi non siamo d’accordo – continua la senatrice – Sia il senatore Gasparri che il senatore Schifani hanno posto la questione dell’illegittimità della decisione della Giunta per le elezioni, a causa dei post del senatore Vito Crimi».
Il Pdl, infatti, ha tirato in causa la violazione del riserbo d’ufficio da parte del senatore a cinque stelle Vito Crimi che, durante la riunione della giunta per le elezioni che si pronunciò a favore della decadenza di Berlusconi, postò dei twitter contro lo stesso Cavaliere. Così facendo il partito di Berlusconi ha ottenuto la convocazione del consiglio di presidenza per valutare la pregiudiziale, prima del voto dell'Aula, facendo slittare i tempi.
Sulla vicenda protesta anche Sel: «A nostro avviso - spiega la presidente dei senatori di Sel, Loredana De Petris - si poteva votare la prossima settimana, anche perche' c'era l'impegno a farlo subito dopo la decisione della Giunta per il regolamento sulle modalita' di voto».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia