Politica

Berlusconi: "Monti è disperato, non è detto che duri"

ROMA, 15 DICEMBRE 2011 - «Lo scioglimento delle Camere può sempre accadere, anche domani. Non c’è nessuna certezza che il governo Monti resti per tutta la durata della legislatura». A dirlo è Silvio Berlusconi in occasione della presentazione, a Roma, del libro di Bruno Vespa, ''Questo amore''.[MORE]

Sula situazione italiana cita Mussolini, spiegando che in questi giorni sta leggendo i diari di Mussolini e le lettere della Petacci «Devo dire - dice l’ex premier - che mi ritrovo in molte situazioni, anche con le lettere della Petacci», ricorda poi come Mussolini si domandasse, spinto dal fatto di non potere neppure raccomandare una persona, che democrazia fosse, e ai giornalisti che gli fanno notare come in realtà quella di Mussolini non fosse una democrazia, Berlusconi replica «Beh era una democrazia minore». Dice di essere d’accordo con Mussolini nel ritenere l’Italia un Paese impossibile da governare, e aggiunge «Chi governa l’Italia non ha potere». Ma ha parole un po’ per tutti.

Ai giornalisti che gli domandano di Monti, Berlusconi spiega che l’unico modo per poter governare questo Paese sarebbe quello di cambiare la Costituzione, «Lo stesso Monti - continua - se ne sta accorgendo. Ha presentato un decreto e in Parlamento ha dovuto fare marcia indietro praticamente su tutto, ed è giustamente disperato», è per questo che non è detto che duri. Sono due in particolare le misure della manovra che contesta, le pensioni e lo scudo fiscale «Non si possono cambiare le pensioni, se si toccano i diritti acquisiti, o fare la patrimoniale continuativa per i capitali rientrati con lo scudo fiscale. Non ne facciamo una battaglia perché gli evasori non sono simpatici, ma uno Stato non può e non deve fare queste cose». Si dichiara invece d’accordo sull’abolizione dell'articolo 18, che a suo avviso sarebbe un bene per l'Italia, sottolineando a tal proposito come sia in realtà un obiettivo molto difficile da raggiungere, e i molteplici tentativi fatti in passato, senza successo, rafforzano le sue parole. Contrario a quella che definisce “moda delle liberazioni”, e, a proposito della liberalizzazione dei taxi, evidenzia «Per molti tassisti la licenza è l'unico bene che hanno, è il loro tesoro personale per cui hanno lavorato tutta la vita».

Parlando della politica interna ironizza su Casini: «Gli elettori votano Casini perché è un bel ragazzo. E' così, non lo dico io, lo dicono i sondaggi». Nel corso dell’intervista declina l’invito a parlare di Giulio Tremonti, «Tremonti? preferirei tornare al tema dell'amore». E riguardo alla Lega, spiega che i rapporti, contrariamente a ciò che appare, non sono tesi «Bossi sta facendo il suo gioco sta pensando a conquistare più consensi – prosegue - Non penso che l’alleanza con la Lega sia persa e finita, anche perché non sono così masochisti, se vanno da soli alle prossime amministrative non vincono. Senza di noi perdono». A chi gli ricorda quanto detto oggi da Bossi sul suo conto "Se vedo Berlusconi mi mette a ridere", la replica di Berlusconi è «Bossi lo conosciamo ha queste uscite rustiche e ruvide. Sono capace anch'io di rispondere “Bossi mi fa piangere”, ma non lo dico».

La fiducia non è tuttavia messa in discussione, Berlusconi spiega che il Pdl voterà la manovra perché in una situazione di emergenza come quella attuale è necessario scegliere il male minore, e spiega che votando contro il danno al Paese sarebbe di gran lunga maggiore rispetto all'approvazione del decreto.

Infine, a chi gli domanda se ritiene di doversi scusare con gli italiani per aver sottovalutato la crisi, risponde deciso «No, assolutamente. Il mio torto grande è di non essere riuscito a convincere gli italiani a darmi il 51% dei voti».

Sara Marci