Politica

Berlusconi: "Il partito tornerà a chiamarsi Forza Italia". Ritorno al passato

MILANO, 16 LUGLIO 2012- In un'intervista alla Bild, che uscirà oggi, Berlusconi ha dichiarato che il Pdl abbandonerà il suo nome per tornare al vecchio Forza Italia. Forse, il Cavaliere, a cui è caro il linguaggio sportivo, dopo "la scesa in campo", deve aver pensato che nome-squadra vincente non si cambia, decidendo di abbandonare il vecchio marchio Pdl, per ritornare al nome che quasi 20 anni fa (ricordiamo che 'Forza Italia' fu costituita, presso lo studio del notaio Roveda a Milano, il 29 giugno 1993) lo ha visto protagonista nella scena politica del nostro Paese.

Nella suddetta intervista, non poteva mancare l'elogio del suo governo, "Se noi abbiamo di nuovo sotto controllo il nostro bilancio statale è in gran parte grazie al mio governo. La mia discesa in campo 18 anni fa ha salvato l'Italia dal comunismo. Questa è la verità storica e ne sono fiero. Sono stato l'unico leader europeo ad avere eccellenti rapporti al tempo stesso con la Russia e con gli Stati Uniti d'America, e ho fatto sentire il peso di questa amicizia in ogni circostanza in cui è servito alla pace e alla sicurezza nel mondo. La situazione in Siria è molto complicata, ma non senza speranza. Nei prossimi giorni avrò un incontro privato con Putin, e ne parleremo. Mi vede un pò come suo fratello maggiore. Insieme parliamo di tutto". [MORE]

Ed in merito alla sua uscita di scena lo scorso novembre, Berlusconi sottolinea, "Non sono rimasto traumatizzato dalla perdita di potere anche perché il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere. La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l'editore televisivo". Poi aggiunge, "Gli italiani votano male. Abbiamo ottenuto il 37,8% nelle ultime elezioni, e siamo stati costretti a includere nella coalizione i partiti minori. Purtroppo i partiti piccoli non pensano al Paese e al bene comune, ma sempre e solo alle piccole ambizioni politiche dei loro piccoli capi".

Inoltre, per non smentirsi, nella suddetta intervista non poteva mancare la solita stoccata alla giustizia italiana, definendo l'affaire Bunga Bung una "campagna di diffamazione da parte della magistratura, che in parte è di sinistra. Le ragazze coinvolte sono accusate di prostituzione anche se hanno solo ballato, come in tutte le discoteche del mondo. Tutte le accuse si dissolveranno nel nulla, come negli altri processi, che sono stati fatti contro di me. Erano più di 50 o io ho pagato più di 428 milioni di euro per avvocati e consulenze giuridiche. Non credo che qualcun altro oltre me avrebbe resistito a così tanti attacchi".

Per quanto riguarda il suo successore Mario Monti, Berlusconi conclude: "La sua forza principale sta nell'avere il più ampio supporto che mai un presidente del Consiglio abbia avuto. Ed è questo il principale motivo che mi ha spinto a fare un passo indietro: volevo consentire l'approvazione di riforme anche costituzionali"

Ovviamente, non ci sono dubbi che le suddette parole susciteranno reazioni, soprattutto tra gli ex An. Infatti, già Meloni aveva dichiarato, "Vorrei segnalare a quegli apologeti del ritorno al passato, che in tutta la sua storia Forza Italia ha ottenuto al massimo il 21% dei voti, a fronte del 38% raggiunto al suo debutto, nel 2008, dal Popolo della Libertà".

Intanto, secondo i dati del sondaggio di Demos-Coop per "la Repubblica delle Idee", che prova a testare il polso degl'italiani, risulta che  "Peggio di Berlusconi nessuno mai" un italiano su due boccia il ritorno. Infatti, solo il 13% degli intervistati considera Brli come uno dei personaggi che hanno caratterizzato positivamente la nostra storia recente. Inoltre, il sondaggio prosegue sottolineando che, tra gli avvenimenti che hanno segnato positivamente l'Italia, negli ultimi trent'anni, il 55% degli intervistati indica "la fine del governo Berlusconi". Il 25% "la discesa in campo del Cavaliere". Infine, per il 33% degli italiani, si tratta degli avvenimenti che - nel bene e nel male - hanno cambiato maggiormente la storia del Paese.

Altro che corsi e ricorsi storici: ricominciamo, posto che sia mai concluso, il valzer mediatico (e delle ovvietà) per riconquistare la scena politica perchè, parafrasando Oscar Wilde, "Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli".

(Fonte: La Repubblica)

Rosy Merola