Politica
Berlusconi: “Forza Italia voterà contro le riforme”. Tensione per le riforme
ROMA, 9 MARZO 2015 – «Martedì voteremo contro questa riforma e il pasticcio del Senato: così diremo no all'arroganza e alla prepotenza di un Pd che non è stato capace di cambiare il Paese», così Silvio Berlusconi, durante un collegamento telefonico con Bari, programmato ieri per l'apertura della campagna elettorale di Francesco Schittulli, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia.[MORE]
Dello stesso avviso il nuovo alleato dell’ex Cavaliere, il leader leghista Matteo Salvini, che ha commentato a margine di un incontro: «Martedì ci sono in Parlamento le riforme di Renzi: se FI vota contro, come normale, poi ragioniamo fra opposizioni». «Basta condividere il progetto di Italia futura e di Europa - ha aggiunto -, poi non imponiamo niente a nessuno».
Si profila dunque più di un ostacolo sul cammino della riforma del Senato voluta dal governo Renzi: al quadro delineato, vanno a sommarsi infatti le minacce sul fronte interno al Pd. «Le divergenze si ricompongono con discussioni vere e disponibilità all’ascolto - ha dichiarato il deputato della minoranza dem Alfredo D’Attorre - e non moltiplicando le riunioni-lampo che non hanno costrutto».
Da Palermo invece, l’eurodeputato pugliese Raffaele Fitto, che non ha preso parte alla kermesse barese, ha attaccato il leader di Forza Italia: «Berlusconi ha davanti a sé due strade da poter percorrere. La prima è quella di rinchiudersi all’interno di un bunker con alcuni collaboratori e chiudersi rispetto all'esperienza di questi ultimi 20 anni, non guardando avanti. E la seconda è quella in cui non rivendichiamo nulla, se non il criterio, le regole, che consentano all’interno del partito non di nominare ma di eleggere le persone».
Intanto, la presidente della Camera Laura Boldrini si augura «un emiciclo bello pieno», come ha commentato su SkyTg24 in merito alla ripresa dell’esame del Ddl costituzionale. Riguardo alla scelta del centrodestra, Boldrini ha osservato: «È auspicabile che le riforme vengano condivise nel modo più ampio possibile. Però poi si deve arrivare al voto perché è ciò che dà al Parlamento la sua centralità: la capacità non solo di discutere ma anche di decidere. In democrazia contano i numeri: su tutto, senza eccezioni».
Domenico Carelli
(Foto: isignoridellemosche.it)