Politica

Berlusconi e Renzi, un faccia a faccia riservato sui ministeri delicati per il Cav: il retroscena

ROMA, 19 FEBBRAIO 2014 - Alla fine Renzi li ha incontrati tutti. Dagli amici dell’SVP al nemico numero uno: Beppe Grillo. Così, mentre le consultazioni si chiudevano con il grande show del leader 5 Stelle durante la consultazione voluta dai suoi elettori, Renzi aveva già in tasca una garanzia molto più importante del monologo di Grillo, ovvero il patto con il grande capo di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

In un retroscena raccontato dal sito dell’Huffington Post, durante l’incontro tra la delegazione del PD capeggiata da Renzi e quella di Forza Italia guidata da Berlusconi, i due avrebbero chiesto ai seguaci di rimanere da soli per discutere cose che nessun uomo di fiducia avrebbe dovuto ascoltare.

La premessa era questa: il governo Renzi deve lavorare sulle riforme volute dal patto con Berlusconi durante il primo anno di mandato, seguendo una scaletta così formata: dapprima legge elettorale alla Camera, poi discussione sulla riforma del Senato e del titolo V. Solo in seguito, quando i due riterranno opportuno votare, la legge elettorale potrà essere, allora e solo allora, approvata.

Durante la discussione privata tra i due, Berlusconi si è detto pronto a sostenere le proposte del governo Renzi in parlamento se condivise a grandi linee e come aveva già annunciato, praticando il metodo dell’«opposizione costruttiva». Ma allora quali garanzie vuole Silvio Berlusconi per rimanere su una linea morbida nei confronti del Governo Renzi?

Secondo le indiscrezioni sul faccia a faccia tra i due leader, Berlusconi avrebbe chiesto garanzie sulla nomina di ministeri per lui fondamentali: quello della Giustizia e quello delle Comunicazioni. Il fondatore di Forza Italia avrebbe tra l’altro avanzato alcuni nomi e stoppati altri al fine di portare su queste “delicate” poltrone personaggi «non ostili».

Per quanto concerne il Ministero di Giustizia, Berlusconi avrebbe bloccato l’ipotesi molto accreditata in questi giorni, di nominare Guardasigilli il presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro o soprattutto Vietti (il vicepresidente del CSM che aveva tuonato a favore dell’incandidabilità di Berlusconi).

Lo stesso ragionamento vale per il Ministero delle Comunicazioni dove l’inquilino di Arcore gradirebbe venisse confermato Antonio Catricalà, l’amico di Silvio che ha come suo «grande esempio» niente meno che Gianni Letta e che proprio Berlusconi portò all’Antitrust nel 2005.

L’epilogo dell’incontro riservato sarebbe l’evoluzione di un’asse politica che dal binario delle grandi riforme,si sposta su strettoie ancor più delicate e che se Renzi vuol davvero arrivare al 2018, deve saper percorrere. Perché in fin dei conti il Cavaliere, defilato e decaduto, conserva ancora qualche potere.[MORE]

Sergio Sulmicelli

foto da: europaquotidiano.it