Politica

Berlusconi: «Credo ancora necessario il mio impegno personale. Resto alla guida del movimento»

ROMA, 1 NOVEMBRE 2013 - In questi ultimi mesi, volente o nolente, Silvio Berlusconi è rimasto per lo più in silenzio. E a dire che di carne al fuoco ce n’è stata davvero in abbondanza. Così, tra una condanna definitiva per frode fiscale, la sua sempre più probabile decadenza da senatore e, dulcis in fundo, una parte del suo partito, il Pdl, che per la prima volta ha messo in serio dubbio la sua mai discussa leadership politica, il Cavaliere ha deciso di interrompere il suo pubblico mutismo ed è tornato a far sentire la sua voce.[MORE]

L’occasione propizia e prescelta è l’uscita dell’ultimo libro di Bruno Vespa dal titolo “Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica. Silvio Berlusconi decide subito di sgombrare il campo da ogni dubbio su una sua possibile uscita dalla scena politica italiana: «In caso di elezioni, sentirei il dovere di impegnarmi direttamente – afferma il presidente della rinata “Forza Italia” – Credo comunque che sia ancora necessario, in una forma o nell’altra, il mio impegno personale. Nessuno – prosegue Berlusconi – può togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finché molti milioni di elettrici e di elettori lo vogliono».

D’altronde il Cavaliere, come ha egli stesso detto, sente di avere un «rapporto speciale con tutti quegli italiani che, come me, temono che la sinistra possa andare al governo e proprio per questo sento il dovere di stare in prima linea per corrispondere alla loro fiducia e al loro affetto».

Dunque per Silvio Berlusconi il suo impegno politico è proprio nei confronti di quegli elettori verso il quale, anche durante il governo di larghe intese Letta, sono stati «rispettati gli impegni presi nello scorso febbraio, ovvero quello sulla tassazione della prima casa che noi consideriamo “sacra” perché è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la sicurezza del proprio futuro, e quello per un fisco meno oppressivo». Per tali ragioni chiarisce l’ex premier «sulla legge di stabilità non intendiamo arretrare».

Immancabile poi l’attacco verso il primo avversario politico, ovvero il Pd: «Credo sia giusto che, su tutto, sulla mia vicenda, sulle tasse, sull’economia, sui nostri programmi riformatori, siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, che, andando avanti così, confermerebbero i loro connotati di “partito delle tasse e delle manette».

Infine, il Cavaliere è intervenuto sulla più volte paventata ipotesi, ma sempre smentita dalla stessa interessata, di una candidatura a premier della figlia Marina Berlusconi: «Si torna a parlare, ma Marina tutte le volte che “si torna a parlare”, dice di no. Tutti hanno constatato la sua autorevolezza e il coraggio da leonessa con cui mi ha difeso. Ma non è quella la sua vocazione. Io – ha continuato Berlusconi – sono un padre che rispetta la vocazione e la libertà dei propri figli. Ma se li conosco, sono sicuro che nessuno di loro si sente attratto dalla politica. Soprattutto da “questa” politica».

(Immagine da agi.it)

Giovanni Maria Elia