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Berlusconi ci ripensa: "Costretto a restare per riformare la giustizia" Video

Milano 27 ottobre 2012 - A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia. Come mai non si è tenuto conto di questo? Forse giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica», lo ha detto Silvio Berlusconi parlando al Tg5 torna così sulla sentenza che lo ha condannato per la vicenda dei diritti Tv.

E poi tira la conclusione: «Delle conseguenze ci saranno. Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perché ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me». Un repentino dietrofront dopo la rinuncia a ri-candidarsi di appena due giorni fa. Poi la sentenza di condanna a 4 anni (tre condonati) nel processo sui fondi neri di Mediaset ha fatto cambiare idea a Silvio Berlusconi.

LA SENTENZA - Poi spiega: «È incredibile» che nella sentenza nel processo sui diritti tv si parli di «naturale capacità a delinquere». Il Cavaliere ricorda i suoi successi come imprenditore «fino ad avere quasi 56mila collaboratori» e il «mio gruppo è uno dei primissimi contribuenti»; gli anni a Palazzo Chigi, con quasi dieci anni da presidente del Consiglio, «l'unico - rimarca - ad aver presieduto per tre volte il G8»); «sono padre di cinque figli, nonno di sei nipoti e sono incensurato.

È incredibile parlare di naturale capacitá a delinquere». Berlusconi poi ricorda come l'evasione che gli è contestata sarebbe di circa «l'uno per cento delle imposte pagate allo Stato». Quindi, sostiene, una cosa «ridicola», una «costruzione fantascientifica». «Ebbi a conoscere Agrama negli anni '80, poi non l'ho più visto, né sentito, né frequentato». Berlusconi parla di Frank Agrama, condannato nell'ambito del processo per i diritti Tv. «Non sono mai stato suo socio occulto, ed è stato provato da tutte le carte. Esistono prove inoppugnabili che avrebbero dovuto portare ad una assoluzione», ha spiegato Berlusconi.[MORE]

 

 

Fonte (Corriere.it)