Cronaca

Berlusconi alle figlie di Tortora: "Persa l'occasione di stare zitte"

MILANO, 13 MAGGIO 2013- Accade che Silvio Berlusconi durante il comizio svoltosi sabato pomeriggio a Brescia parlando di se stesso e dei "tanti italiani che ogni giorno entrano nel tritacarne della giustizia" evochi il caso di Tortora, il noto conduttore televisivo ingiustamente accusato di rapporti con la camorra e scagionato dopo un'inutile e umiliante detenzione. Capita che a sentirlo ci si figuri un bizzarro paragone fra un innocente e un condannato. Capita che ci si indigni e sono in tanti a farlo. Ma capita anche e sopratutto che quelle parole, gratuite quanto ingiustificate, vadano a rinnovare un dolore mai sopito, quello dei cari di quell'uomo innocente, che a quelle calunnie non ha retto e si è spento lentamente e inesorabilmente. [MORE]

Gaia Tortora, figlia di Enzo e giornalista di La7 ha fatto notare all'ex premier, anche nel corso del Tg delle 20 da lei condotto, che quella di suo padre fu un'altra storia. Lo stesso concetto, chiaro e inequivocabile, è stato poi ribadito anche da Silvia, figlia maggiore di Tortora, e da Marco Pannella. Nessun confronto può e deve sussistere fra due uomini e due vicende assolutamente diverse.

Ma Berlusconi nella forza persuasiva di quel paragone fantasioso aveva evidentemente creduto. Dimenticando, forse, che se l'errore può sussistere nel caso di una singola condanna, appare quanto meno inverosimile che si ripeta di sentenza in sentenza, così come avviene nel suo caso. Quale vittima sarebbe, quale grande perseguitato. E allora, immemore di tutto, sentenzia, con la solita eleganza: "Le figlie di Tortora hanno perso un'occasione per stare zitte". Loro?

 Emmanuela Tubelli