Politica

Berlusconi al Corriere della Sera. Risposte a Monti: sì a Ici, no a patrimoniale

MILANO, 20 Novembre 2011 - Intervista esclusiva di Silvio Berlusconi al Corriere della Sera. A sorpresa sono arrivate delle affermazioni che, fino a ieri, nessuno si sarebbe mai aspettato. Tra tutte la più importate: «il governo Monti deve arrivare fino al 2013, mantenendo una linea di continuità programmatica con il precedente esecutivo». [MORE]

Subito dopo le dimissioni, l’ex premier aveva insistito nel ripetere che mandato del professore sarebbe durato solo fino a quando il Popolo delle Libertà lo avesse voluto, e che sarebbe servito solo per dare risposte all’Europa. Oggi invece il Cavaliere ha fatto un passo indietro: «non amo fare previsioni - dice l'ex presidente del Consiglio intervenendo sulla durata del nuovo esecutivo - ma non pongo limiti temporali all'attività del nuovo governo. La sinistra reclama una discontinuità con il nostro. Noi difenderemo invece tutti gli elementi di continuità, a cominciare dalle riforme che abbiamo concordato con l'Europa. Monti non potrà non ascoltarci. Il Pdl è il primo partito in Parlamento e sarà anche un punto di riferimento insostituibile per questo governo".

Nell'agenda del governo Monti ci sono misure fiscali che preoccupano una buona fetta di italiani. Berlusconi apre all'Ici sulla prima casa, non alla patrimoniale. "Monti - spiega al Corriere - ha fatto intendere che porterà la tassazione degli immobili in linea con la media europea, mentre ora è al di sotto. E' possibile che questo comporti l'introduzione di un'imposta simile all'Ici, da noi già prevista con il federalismo, ma completamente diversa rispetto alla precedente impostazione già nella nostra riforma. Dunque una continuità di linea con il nostro governo, con un probabile anticipo dei tempi rispetto al 2014 che noi avevamo previsto". È un’affermazione che sembra fare a pugni con quanto presentato nel programma elettorale del 2008, ma Berlusconi ritiene questa Ici diversa da quella cancellata dal suo governo subito dopo la vittoria delle scorse elezioni. I dubbi sono molteplici perché non si capisce in quali punti differisca, visto che le famiglie italiane si troveranno con 700 euro in più da pagare, per un bene che hanno acquistato con tanti sacrifici e che è l’unica ancora di salvezza in periodo di crisi.

No secco, però, alla patrimoniale in linea col programma del Pdl e con i desideri dei suoi elettori. Giustamente non verranno colpite le ricchezze acquisite in tanti anni, con sforzi lavorativi e sudore: non potrà un governo mettere mano nella solidità finanziaria degli italiani, pena una sicura caduta del direttivo…
L'orizzonte, dunque, è il 2013. Berlusconi fa sapere che non si ricandiderà mentre, sin da ora, lavorerà in Parlamento «per assicurare la governabilità e le buone leggi» e nel partito «per prepararlo alle prossime elezioni e vincerle». Alle prossime consultazioni elettorali il candidato premier del Pdl verrà scelto attraverso le primarie e Berlusconi dice di avere «la ragionevole convinzione che a vincere sarà Angelino Alfano». La Lega rimane un "alleato affidabile" nonostante il no a Monti, mentre la fase di "unità d'intenti" contribuirà ad avere con Casini e l'Udc un dialogo aperto.
 

Stefano Villa