Cronaca

Berlino aveva avvertito l'Italia: ''Amri è pericoloso''

 MILANO, 28 DICEMBRE – Risale alla scorsa primavera, più di sette mesi fa, l’allerta giunta ai computer dell’antiterrorismo di Roma, quando «la polizia criminale del Nordreno-Vestfalia classifica Anis Amri come individuo pericoloso» e lo comunica all’Italia. [MORE]

Il 10 maggio scorso quello che viene richiesto a Roma è precisamente di trattenere e segnalare alle autorità tedesche «l’obiettivo» nel caso in cui tramite un controllo in strada, un’identificazione o un’attività di indagine dovesse essere localizzato.

La notizia, rilevata ieri dalla televisione Wdr, classifica quindi il tunisino responsabile dell’attentato di Berlino come schedato nella lista degli islamisti pericolosi, ben sette mesi prima che si lanciasse con un Tir sul mercatino di natale della capitale tedesca, per poi essere ucciso a Sesto San Giovanni dopo uno scontro a fuoco con due agenti.

La ricostruzione di cosa sia accaduto dal 10 maggio al 23 dicembre, il giorno in cui è stato ucciso, è ora oggetto d’indagine dell’inchiesta parallela condotta dalla Digos di Milano e del Bka, la polizia federale tedesca, per determinare quali siano stati i contatti e le frequentazioni di Amri in entrambi i Paesi.

Al momento in Germania si è riscontrata la corrispondenza tra alcuni numeri salvati nella rubrica del cellulare che il tunisino aveva a Berlino, con i nomi indagine che lo scorso novembre ha portato all’arresto di cinque uomini dell’Isis, raccolti intorno al predicatore estremista Abu Walaa, tra cui Boban Simeonovic, 36 anni, serbo-tedesco, residente a Dortmund, che è stato una sorta di guru della jihad per Anis Amri.

Anche in Italia si cerca di ricostruire la rete di amicizie e contatti che abbia potuto stringere proprio nel carcere di Caltanissetta, dove era stato recluso per aver dato a fuoco il centro d’accoglienza per minori dove era ospitato.

 

Maria Azzarello

[fonte immagine: Il Fatto Quotidiano]