Cultura e Spettacolo
Raitre: Benigni fa da scialuppa di salvataggio della nave in avaria di Ruffini
Altro che boccata di ossigeno. Il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, deve fare un monumento a Fabio Fazio. Non soltanto perché da anni tiene alta la bandiera della rete con "Che tempo che fa", ma anche per il fatto che sia riuscito a convincere Roberto Saviano e Roberto Benigni a partecipare a "Vieni via con me".[MORE]
Il programma del lunedì sera è partito col piede giusto, per quanto riguarda gli ascolti, stabilendo il primato di Raitre con 7.623.000 telespettatori e il 25,48% di share (picco più alto con Benigni alle 22,42 con 9.321.000 telespettatori e il 32,02%), anche se la controprogrammazione della Rai lasciava alquanto a desiderare. Su Canale 5 c’era il Grande Fratello, ma sempre di Endemol si tratta.
"Vieni via con me", seppure sia stato descritto da una parte della critica come un programma innovatore, non sembra destinato a lasciare il segno. Saviano non è Celentano. E i monologhi prima o poi stancano. Soprattutto se sono retorici. Enzo Biagi e Sergio Zavoli se la sarebbero sbrigata in meno di dieci minuti. Avrebbero guardato negli occhi i telespettatori e non il pubblico in sala. Un monologo senza guardare in faccia chi ti ascolta ti fa sembrare un alieno. La trasmissione ha fatto grande audience ma in molti si sono annoiati. Per fortuna che ci ha pensato Benigni a risollevare il morale con le sue bischerate. Alla lunga questo format potrebbe anche non funzionare. Per il momento però il direttore Ruffini si gode il risultato. Anche se deve recitare il mea culpa per aver dedicato molto della sua direzione, arroccato, a difendere spazi e programmi in bilico, trascurando di conseguenza la sperimentazione dei nuovi format che avevano fatto grande lui e Raitre.
IL FALLIMENTO DELLA BUSI. Ma di questi tempi a Raitre c’è poco da gioire. Il programma di Serena Dandini sta accusando battute di arresto, la fascia del mattino non decolla. Meno male che resistono le roccaforti di "Ballarò" e di "Report". Maria Luisa Busi, invece, ha già chiuso i battenti. E con largo anticipo. Il suo "Articolotre"[MORE] non è riuscito a fare breccia negli ascolti. Tre puntate da 4% di share e un milione di spettatori, più l’ultima da 1.313.000 spettatori share 5,03%, non giustificano una prima serata su Raitre. Una clamorosa sconfitta per la conduttrice che, dopo aver mollato il Tg1 di Augusto Minzolini, si era riproposta come alfiere della sinistra e conduttrice di talk. Ma condurre un talk non è la stessa cosa di condurre un tiggì con il gobbo. Sono due lavori diversi. Come la tv e la carta stampata. Per di più la Busi, molto ambiziosa e sicura di sé, ha optato per una conduzione in piedi. Dando ragione a chi – come Pippo Baudo – ha da sempre sostenuto che uno studio televisivo è fatto per gente grande. Lilli Gruber, ad esempio, non è mai caduta nel tranello di condurre in piedi: meglio seduti se l’altezza non ti aiuta. Parole sagge. A questo punto si dovrà ricollocare la squadra della Busi, a cominciare dagli autori, che dovranno essere dirottati su qualche altra trasmissione, almeno fino alla scadenza del contratto. Altre spese che restano sul groppone di viale Mazzini, anche se va detto, trattandosi di una produzione interna, che le cifre non sono da capogiro. Oltre allo stipendio che riceve dal Tg1 la conduttrice è costata tra i 20 e i 30 mila euro.
MINZOLINI NEI GUAI SENZA EREDITÀ. Domenica scorsa il Tg5 è partito in testa nella sfida col Tg1 delle 20 e alla fine ha vinto. Minzolini ha accusato l’assenza di Carlo Conti e dell’Eredità, il programma che tutti i giorni fa da traino all’edizione delle 20 che parte in netto vantaggio sui rivali del Biscione.
QUARTO GRADO, MEGLIO PRIMO GRADO. Il programma di Salvo Sottile ha svoltato negli ascolti da quando si occupa dell’attualità, in primis dell’omicidio di Avetrana. E pensare che doveva occuparsi dai casi freddi, quelli chiusi e dimenticati. Ecco perché è stato scelto il titolo di Quarto grado. Ma alla gente di riaprire i casi dimenticati non frega un bel niente. Quindi meglio il caso del giorno.
LA RAI NON VA PIÙ A ROTOLI. A via Teulada hanno già cominciato a portarsi la carta igienica da casa. L’azienda infatti, per risparmiare sui costi, effettua il rifornimento non più tutti i giorni ma due volte alla settimana. Quindi portarsi il rotolo da casa è diventato un vero… bisogno.
(notizia segnalata da Alessandro Impellizzieri)