Cronaca

Benedetto XVI e il dialogo tra le tre fedi: le reazioni di Ebrei ed Islamici alle dimissioni papali

ROMA, 12 FEBBRAIO 2013 All'indomani delle dimissioni di Joseph Ratzinger, arrivano le prime reazioni dai grandi delle altre due principali religioni monoteistiche; perchè a ripercorrerne le tappe, il pontificato di Benedetto XVI svela i retroscena di quello che è stato un momento di grande dialogo tra le tre fedi.


E così, mentre gli ebrei di Israele rendono omaggio all'oramai quasi ex-Papa, e a quella che han definito "la fase migliore delle relazioni tra Chiesa e rabbinato", gli islamici di Al Azhar si dicono scossi per questa sua decisione. E sembra quasi incredibile che il rabbino di Roma, Riccardo di Segni, parli di Ratzinger come di un "interlocutore sensibile, con grande rispetto per tutti i credenti", quando solo pochi anni fa, le prime mosse del Pontefice avevano causato non pochi malumori tra i "fratelli maggiori" ebrei. [MORE]


La messa in latino, la preghiera conciliare per la "conversione dei giudei", il processo di beatificazione di Pio XII, la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, sembravano ostacoli inconciliabili per riprendere una comunicazione pacata tra le due religioni; ma è stato il viaggio in Terrasanta nel 2009, suggellato dalla successiva visita alla Sinagoga di Roma, a distendere i rapporti. La commozione al museo dell'Olocausto, la preghiera sul muro del pianto, le parole ben scelte, il tutto ha portato a un avvicinamento come non se ne vedevano da tempo.


Allo stesso modo, l'immagine del Papa scalzo raccolto in preghiera nella moschea blu di Istanbul, fece dimenticare almeno in parte, il discorso del 2006 sull' Islam "disumano" (come da citazione di un imperatore bizantino), e le polemiche sulle violenze anti-cristiane in Somalia. Il viaggio in Libano nel settembre 2012, tra crisi siriana e tumulti per il video anti-Islam, aprì a una nuova fase di collaborazione, e al rilancio della "saggezza e tolleranza" nel dialogo cristiano-musulmano.


La strada per l'intesa interreligiosa, insomma, è stata in salita, ma nel complesso, il bilancio non sembra risultare troppo negativo per Benedetto XVI; su un fronte importante, però, la crisi resta ancora più aperta che mai. Le relazioni Cina-Vaticano, infatti, non hanno conosciuto alcun miglioramento, e il problema della nomina dei Vescovi, che il governo di Pechino riconosce come propria prerogativa, non sembra risolto.


La notizia delle dimissioni del Papa, dilagata senza filtri in tutto il mondo (anche in Russia), viene bloccata così dalla censura cinese, che impedisce ogni pubblicazione sulla stampa, lasciando a una striminzita, e generalissima agenzia il compito di rivelare una news così importante.

(immagine da: www.ilsole24ore.it)

Simona Peluso