"Bella addormentata", la coscienza risvegliata dall'amore
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Presentato in concorso alla 69esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, l'ultimo film di Marco Bellocchio, Bella addormentata, ritorna sul grande schermo a Roma, al cinema Azzurro Scipioni di Silvano Agosti che il 15 dicembre, dopo la proiezione, ospita il regista per un dibattito intervista con gli spettatori.
Un titolo fiabesco, utilizzato in senso ironico, introduce quattro storie diverse unite da un comune filo conduttore per dimostrare che la scelta etica proviene dalla coscienza libera, finalmente risvegliata dal torpore, simbolo del sistema di valori contradditori secondo cui viviamo.
In questo senso Bella Addormentata rappresenta tutte le coscienze, intrappolate in dinamiche distorte dal tentativo di razionalizzare o legiferare l’Amore e la Giustizia all’interno di dettami religiosi, sociali, morali, quando invece basterebbe agire secondo una sola consapevolezza: la chiarezza interiore determinata dal sentimento.
Il progresso di un sistema sociale verso forme più progredite di civiltà passa attraverso la maturazione interiore del singolo. Ed a questo proposito l’autore rivolge l’occhio in maniera particolare al nostro Paese, non certo grande esempio di civiltà e virtù.
Il film si svolge durante gli ultimi sei giorni di vita di Eluana Englaro (dopo 17 anni trascorsi in coma e con alimentazione artificiale Eluana viene fatta trasportare dal padre in una struttura ospedaliera di Udine in cui ci sono medici disposti a interrompere il trattamento). La vicenda Englaro rimane sullo sfondo, ricostruita attraverso spezzoni di telegiornali e immagini di manifestazioni in piazza, mentre il film racconta storie di personaggi in qualche modo collegate al tema della libertà di scelta.
Rossa è una tossicodipendente che vuole morire e Pallido il medico che ha scelto di salvarla.
La Divina Madre è una ex attrice di talento che sacrifica la sua vita per assistere la figlia in coma.
Uliano Beffardi è un senatore del PdL, vorrebbe votare contro la legge proposta per imporre l’alimentazione ad Eluana Englaro. Sua figlia Maria è attivista del Movimento per la vita, vive una storia d’amore con Roberto, che insieme al fratello psicotico protesta, sul versante opposto, a favore dell’interruzione del trattamento.
Attraverso un meccanismo ermeneutico, privo di prediche o moralismi, ma facendo scaturire nello spettatore una consapevolezza tutta interna alle storie, l’autore presenta gli eventi nella forma di una domanda, o meglio un’istanza: “Come avresti agito tu in una circostanza simile?” La storia che vediamo le fa da pretesto.
Bellocchio realizza tale procedimento conoscitivo mostrando in maniera totalmente neutra il diritto alla libertà di un personaggio ma anche il diritto opposto e contrario del suo antagonista, come avviene nella storia centrale del film, quella di Pallido e Rossa. Alla fine, in modo poetico e con la sacralità del rito religioso, si dimostra che la libera scelta è determinata esclusivamente da un gesto d’amore. Questa libertà di scelta non può essere regolamentata, secondo ideologie sociali, politiche, religiose, perché abita esclusivamente nell’anima del singolo e solo da essa può scaturire. ("L'amore cambia il modo di vedere, non è vero che acceca, anzi".)
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Lo sguardo dell’autore, più che addolorato o critico, appare disincantato, le sue immagini sono fatalistiche, più giochi di specchi che simboli; per quanto possano richiamare, anche in maniera esplicita, alle vicende politiche e sociali del nostro Paese, non sono vere denunce ma solo sguardi; mai prese di posizione ma sempre constatazioni di fatti, panoramiche di vicende delicate e sofferte in cui l’autore non si intromette con il proprio giudizio, ma rimane alla distanza dell’osservatore, senza scagliarsi in condanne e difese, come in attesa di riconoscere quella coscienza che i personaggi dovrebbero risvegliare in sé e con la quale agire.
Poiché questo film è organizzato secondo una struttura corale, risulta difficile farne derivare un significato univoco, dal momento che non tutti i personaggi agiscono secondo la stessa ideologia, ma viene dimostrata anche la plausibilità della scelta opposta. Se pure si intuisce la linea ideologica dell’autore, egli non intende proporla come verità assoluta. Il risultato che si percepisce è un disorientamento emotivo, una impossibilità di identificazione nei personaggi, una frammentazione di significati da cui si può estrapolare solo quello determinante dell’amore e del coraggio di una lotta individuale.
Forse, con tanto materiale umano e narrativo sarebbe stata più efficace, anche dal punto di vista cinematografico, una scelta stilistica più coraggiosa, un ingresso forte nel tema spalancando tutte le porte, invece di una tranquilla passeggiata in punta di piedi, che ha reso un dramma a tinte forti, debolmente diluito in acquerello.
Interpreti: Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Michele Riondino, Maya Sansa, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi
Origine: Italia, Francia 2012
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 115'
(In foto Maya Sansa/Rossa)
Gisella Rotiroti