Economia

Bce, Draghi: "Crescita ampia e solida ma più moderata"

ROMA, 26 APRILE – “Dopo diversi trimestri di crescita superiore alle attese, l’economia dell’Eurozona indica una certa moderazione, pur rimanendo coerente con una espansione solida ed ampia”, così Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, ha commentato i recenti trend dell’economia dell’eurozona, sottolineando come, inoltre, “tutti i membri del direttivo hanno sperimentato una moderazione nella crescita ed una perdita di slancio in tutti i Paesi e settori”.[MORE]

Il numero uno di Francoforte ha quindi parlato delle future politiche della Bce, in particolar modo del Quantitative Easing (o alleggerimento quantitativo) annunciando che non subiranno modificazioni le linee guida. Resta, dunque, il dimezzamento del programma di acquisti, portato a 30 miliardi da gennaio 2018, così come resta invariata anche la decisione di estenderne la durata fino a settembre dell’anno in corso (e oltre, se necessario).

Confermata, inoltre, l’eliminazione del cosiddetto “easing bias”, ossia la previsione di un ulteriore impegno della Bce ad aumentare il ritmo e la quantità degli acquisti nel caso in cui “le prospettive divenissero meno favorevoli” o “le condizioni finanziare diventassero incoerenti con il raggiungimento degli obbiettivi”. In breve, il programma resterà così com’è finché non si riscontrerà un aggiustamento durevole dell’andamento dell’inflazione.

E proprio dall’inflazione, sono “deboli” i segnali che arrivano, senza che siano emersi i sintomi di un possibile rialzo. Per Draghi, dunque, resta necessario “un ampio grado di stimolo monetario per mantenere le pressioni inflazionistiche sottostanti”.

Sul lungo periodo, tuttavia, è fondamentale un miglioramento del funzionamento dell’Unione economica e monetaria ed il completamento dell’unione bancaria e dell’unione di capitali, così come la piena attuazione delle riforme strutturali in tutti i Paesi dell’area euro. Cosa è in programma per dopo settembre (quando terminerà il QE ndr), non è però ancora definito.

“Non ne abbiamo discusso” ha infatti dichiarato Draghi, sottolineando l’importanza di valutare prima gli effetti dell’attuale politica monetaria, per capire se il rallentamento della crescita sia temporaneo o il sintomo di un declino significativo. Per il vice presidente uscente Vitor Constancio, inoltre “potrebbero essere necessari altri strumenti”. Il portoghese, inoltre, si è detto consapevole che i prossimi anni non vedranno una politica monetaria “eccitante” come quella dell’ultimo periodo.

Il quadro complessivo tracciato da Draghi, ad ogni modo, non è del tutto negativo. Restano infatti bilanciati “i rischi legati alle prospettive di crescita dell’area auro”, mentre i rischi connessi a fattori globali, in particolar modo un aumento del protezionismo “sono diventati più importanti”. 

Il Quantitative Easing è il metodo attraverso il quale una banca centrale (nel caso di specie la Bce) crea ed inietta moneta nel sistema economico con operazioni di mercato aperto. Ove decida di ricorrere al QE, essa acquista, in base ad una determinata quantità di denaro, azioni o titoli da altre banche del sistema, determinando in tal modo un aumento della liquidità disponibile all’interno del sistema stesso, con benefici sia per le banche stesse che per l’intera economia.

Paolo Fernandes

Foto: interris.it